sabato 2 novembre 2013

La Madre Inconsolabile, Fiaba Popolare Araba

n uomo lavorava tutto il giorno, interrompendosi solo per i pochi minuti in cui si recava su un monticello e si dedicava alle sue preghiere.
Un giorno, facendo le abluzioni presso un corso d'acqua, scorse un bel fico trasportato verso di lui dalla corrente. Lo afferrò e, vedendolo così profumato e appetitoso, lo mangiò. Subito dopo, però, pensò:
'Ho fatto male a mangiare questo fico. Esso, infatti, non era mio, poiché non l'ho comprato né l'ho ereditato da mio padre e da mia madre. Senz'altro ho commesso un peccato. andrò in cerca del padrone del frutto e glielo pagherò'.
Egli risalì il corso del fiume. Arrivò ad una casa che aveva un bel giardino, al centro del quale si ergeva un fico carico di frutti succulenti. L'uomo si fermò davanti alla porta e bussò. Al signore che venne ad aprire egli disse:
"Vengo a scusarmi perché ho mangiato uno dei tuoi fichi senza avertelo pagato. Ho commesso un peccato e voglio rimediare."
Il proprietario dell'albero pensò tra sé e sé:
'E' possibile che esista ancòra al mondo gente così pietosa e devota?', e, rivolgendosi all'uomo, gli disse:
"Non c'è bisogno che tu mi paghi quel fico, anzi, va' pure in giardino e mangiane quanti ne vuoi."
Il pover'uomo si arrampicò sull'albero e si riempì il ventre dei suoi frutti deliziosi.
In seguito, il padrone del fico, ritenendo quell'uomo veramente onesto, gli propose di diventare suo giardiniere.
Egli accettò subito e si mise al lavoro con tanta meticolosità che, ben presto, il giardino divenne splendido.
Un giorno, il padrone gli propose di sposare sua figlia.
L'uomo, felice, rispose:
"Sarò fiero di legarmi alla tua famiglia."
La sposa era molto bella e possedeva qualità pari a quelle del marito. Nove mesi dopo il matrimonio, ella mise al mondo un bel bambino che venne chiamato Muhammad; ma, dopo soli tre mesi, il piccolo morì.
La madre, che adorava il figlio, cominciò a piangere e a graffiarsi il viso, disperata.
Il marito le disse:
"Sottomettiti alla volontà di Allah. Egli ci ha donato il bambino, ed Egli ce l'ha ripreso. Il suo potere è al di sopra di tutti i poteri."
La donna, nonostante avesse il cuore infranto, diede ragione al marito e pazientò.
Qualche tempo dopo fu nuovamente incinta e mise al mondo un bambino che fu chiamato Hasan. Anche questo piccolo morì. La donna riuscì ancòra a dominare i suoi sentimenti: non pianse né si lacerò il viso.
Il terzo bambino che nacque alla coppia subì la stessa sorte dei due precedenti. A questo punto, la madre non potè più trattenere le lacrime: era veramente disperata e restava ore ed ore a guardare nel vuoto.




Un giorno, il marito decise di portarla a fare una passeggiata per distrarla. Ella si velò e uscì. Ben presto la donna ebbe sete e disse al marito:
"Vorrei avere un po' d'acqua. Se i miei poveri bambini vivessero ancòra, certo uno di loro sarebbe corso a prendermi da bere."
"Chiama uno dei nostri figli - rispose il marito - e vedrai che arriverà: la volontà di Allah è onnipotente."
La donna chiamò Muhammad. Immediatamente il primogenito accorse, abbracciò i genitori e corse a prendere dell'acqua per la madre. Poi, salutati i genitori, scomparve.
"Chiama il secondo", disse l'uomo alla moglie.
Ella chiamò Hasan che arrivò correndo come il fratello e, come lui, corse a prendere l'acqua, poi disparve.
"Chiama il terzo", disse il marito.
Ella chiamò il bambino, ma, quando questi arrivò, apparve un fiume che lo separava dai genitori. Egli si mise a gridare:
"Madre mia, non posso attraversare! Addio!", e scomparve.
L'uomo disse a sua moglie:
"Hai visto? Non hai pianto i tuoi primi bambini perché ti sei sottomessa alla volontà di Allah, ed essi ti hanno portato l'acqua. Le lacrime che hai versato per la morte del terzo si  sono trasformate in un fiume e gli hanno impedito di venire."
Numerose sono le donne che quando perdono una persona cara urlano, graffiandosi il viso e strappandosi i vestiti. Allah le condanna poiché esse privano la morte della misericordia divina.


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