domenica 3 novembre 2013

La Vera Storia di Sweeney Todd

Dalla postfazione di Cristiano Armati al libro "Sweeney Todd- Il diabolico barbiere di Fleet Street"- ( Newton Compton editori)

Stando alle ricerche del giornalista inglese Peter Haining, autore del prezioso Sweeney Todd - The Real Story of the Demon Barber of Fleet Street (1993), il piccolo Sweeney vede la luce in un misero stabile di Brick Lane, a Londra, il 26 ottobre del 1756. Figlio di un tessitore di seta quasi sempre disoccupato ma perennemente ubriaco di gin e di una donna di fatica che ama alzare il gomito tanto quanto il marito, Sweeney Todd non è ancora adolescente ma già sembra saltato fuori da una pagina de "La Situazione della Classe Operaia in Inghilterra" di Friedrich Engels (1844); un saggio drammatico in cui l'amico di Karl Marx parla della condizione dei lavoratori britannici sottopagati e sottoccupati e, senza mezzi termini, afferma:"La razza umana che vive in questi cottages decadenti, dietro le finestre rappezzate con la carta oleata, dietro le porte sconnesse e gli infissi fradici, o addirittura nelle umide cantine, in mezzo a questa sporcizia senza fine e a questo puzzo, in questa atmosfera che pare volutamente chiusa, questa razza umana deve appartenere realmente al più basso gradino dell'umanità".
La sorte del giovane Sweeney si compie nel terribile inverno del 1768. Le cronache del tempo parlano di un Tamigi completamente ghiacciato, di prezzi del carbone assolutamente proibitivi e di orde di contadini spiantati piombati nella futura metropoli alla ricerca di uno straccio di lavoro ma costretti spesso a trasformarsi in cadaveri di uomini assiderati, spazzati via dalle strade come sporcizia. Tra di loro, molto probabilmente, anche i genitori di Sweeney Todd, scomparsi dalla vita del figlio proprio in quell'anno: vittime di un capitalismo appena nato ma già in grado di dispiegare tutto il suo enorme potere distruttivo . Disgraziato tra i disgraziati, Sweeney tira avanti rifugiandosi nella bottega di John Crook, un artigiano specializzato nella fabbricazionedi coltelli, rasoi e altri aggeggi meccanici più o meno complicati.
Il ruolo del ragazzo, almeno ufficialmente, è quello di garzone. Ma notando incidentalmente come proprio qui Sweeney Todd dovette apprendere quella familiarità con le lame che lo avrebbe reso celebre in futuro, è opportuno sottolineare come un simile ruolo, nella Londra della seconda metà del XVIII secolo, fosse più simile a quello di uno schiavo che a quello di un operaio. Dipendente dal suo datore di lavoro non solo per il cibo, il tetto o i vestiti, ma anche per l'esercizio dei diritti più elementari, Sweeney Todd, nel 1770, viene accusato di aver commesso un piccolo furto, ed essendo la sua parola l'unico mezzo di difesa contro gli strali del padrone, si ritrova a varcare i cancelli del carcere di Newgate ad appena quattordici anni, obbligato a scontare una condanna a cinque anni di reclusione. La durezza della sentenza, rapportata agli usi del momento, è meno aspra di quanto possa sembrare . Il carcere vittoriano, alla resa dei conti, viene concepito come uno strumento utile a togliere dalla strada la forza-lavoro in eccesso, non certo come un mezzo per restituire alla società civile individui pronti a rientrarvi al termine di un percorso rieducativo di qualche tipo. Come se non bastasse, grazie al cosiddetto Bloody Code, per essere condannati all'impiccagione è sufficiente rubare merce per un valore superiore ai venticinque scellini o essere sorpresi a contraffare del denaro. L'età, in questo caso, non viene certamente considerata un'attenuante, visto che anche bambini di appena dieci anni possono tranquillamente finire sulla forca. I 'colpevoli' che riescono a sfuggire al boia vengono decimate dalle malattie infettive che un luogo come Newgate dispensa ai suoi ospiti con estrema generosità. I reclusi, d'altronde, sono costretti ad accalcarsi come bestie in camerate anguste e freddissime e a nutrirsi di un rancio che solo con molta fantasia è possibile definire commestibile. Per tirare avanti, non c'è altra soluzione che precipitare in un vortice dove la corruzione dei secondini è la regola e dove la legge del più forte fa la differenza tra un altro giorno strappato alle sbarre dell'orrida prigione e la morte violenta. Precipitato in un simile inferno, Sweeney Todd può ringraziare la sua precedente esperienza di apprendista coltellinaio se a prenderlo sotto la sua ala protettrice è un uomo che nel carcere di Newgate riveste un ruolo importante e particolare. Il mentore di Sweeney, infatti, si arrangia offrendo ai detenuti e ai secondini le sue competenze da barbiere. Competenze che, dato il tempo e il luogo, comprendono anche la cavatura dei denti, la sistemazione delle ossa, la suppurazione delle ferite e, più in generale, qualsiasi altra abilità che oggi si attribuirebbe a un medico-chirurgo. Con un simile maestro, un certo signor Plummer, a Sweeney Todd non resta che guardare, imparare e, soprattutto, sopravvivere. Tutte cose che al ragazzo riescono benissimo considerando che, recuperata la libertà, Sweeney si ritrova a calcare le vie di Londra vivo e vegeto e, cosa importantissima ai fini della sua storia, non più semplice soap boy ma, addirittura, barbiere rifinito. Con una professione tra le mani, Sweeney Todd non deve far altro che mettere i suoi servizi a disposizione di tutti coloro che desiderano farsi la barba, i capelli o che, in alternativa, hanno bisogno di alleviare il proprio mal di denti. Privo del capitale necessario per avviare un negozio vero e proprio, l'ex galeotto sceglie di esercitare il suo mestiere direttamente sulla strada e di andare a ingrossare le fila dei numerosissimi flying barber pronti a usare forbici e rasoio a favore di clienti senza soldi in tasca. In questo periodo, chi ha voglia di farsi fare la barba sa che può trovare Sweeney Todd dalle parti di Hyde Park. Che il giovane barbiere non si limitasse semplicemente a intervenire sulla peluria dei clienti, invece, sarebbe stato scoperto soltanto diversi anni dopo, quando l'aggettivo 'diabolico' avrebbe finito con l'accompagnare la qualifica professionale di Sweeney al pari del suo nome e del suo cognome. Già nel 1774, infatti, la stampa londinese dà notizia di un gentiluomo trovato con la gola aperta da un orecchio all'altro proprio nella zona di Hyde Park: un barbaro omicidio dovuto non si sa bene se alla gelosia - la vittima avrebbe decantato l'ars amandi di una donna legata sentimentalmente a Sweeney Todd - oppure a una rapina. Quello che è certo è che Sweeney riesce a sfuggire a ogni imputazione e che, già nel 1785, smette di fare il 'barbiere volante' per aprire una bottega in piena regola al civico 186 di Fleet Street.
* * *
Ancora qualche decennio fa, Fleet Street era nota ai giornalisti di mezzo mondo con il nome di "Ink Street" visto che da quelle parti avevano eletto il proprio domicilio testate come il "Daily Telegraph", l'"Observer", il "Daily Mail", il "News of the World" e il "Sun". Nel 1785, però, la sua attrazione principale è rappresentata, oltre che dall'orologio della chiesa di St. Dunstan e da un certo numero di taverne malfamate, dall'arco di Temple Bar, sormontato da picche di ferro sulle quali, in un recente passato, avevano fatto bella mostra di sé le teste di alcuni nemici della patria condannati alla decapitazione. All'ombra di Temple Bar, Sweeney Todd erige la sua insegna: un bel cilindro rosso avvolto da una spirale bianca e una vetrina sormontata dalla classica scritta: "Easy shaving for a penny - As good as you will find any"; come dire: "Un penny per una rasatura veloce e a regola d'arte". In quegli anni, chi si fosse addentrato nella bottega di Sweeney Todd per approfittare dell'offerta del barbiere si sarebbe imbattuto in un antro piuttosto tetro in cui spiccava la boccia usata per custodire i denti marci cavati agli avventori, il camino su cui bolliva l'acqua destinata alla rasatura, la rastrelliera su cui pendevano i ferri del mestiere e, soprattutto, una massiccia sedia di legno, curiosamente disposta al centro della sala. Su questo marchingegno, Sweeney Todd doveva aver riversato tutta l'abilità accumulata negli anni spesi al servizio di John Crook. Un meccanismo segreto, infatti,consentiva al barbiere di inclinare violentemente la sedia che, girando su se stessa, precipitava le sue vittime contro il pavimento dello scantinato, causando ai malcapitati la rottura dell'osso del collo. Se qualcosa nell'esecuzione andava storto, sarebbe arrivato Sweeney Todd con il suo rasoio a sistemare la questione, a imporre il silenzio sulla lugubre realtà della sua bottega e a incassare il denaro, i vestiti e qualsiasi altro oggetto prezioso posseduto dai clienti al momento di entrare nel negozi. Probabilmente, il modus operandi del killer consisteva nell'attaccare bottone con i clienti, approfittando di quella parlantina confidenziale tipica dei barbieri. Facendo leva sulla vanità degli avventori, Sweeney, memore delle sue origini sottoproletarie, doveva essere particolarmente abile nell'intravedere dietro le persone i segni di un eventuale benessere e veloce nello stimare il valore degli oggetti posseduti da chi entrava nel suo negozio. Dopo un rapido inventario mentale, Sweeney decideva se accontentarsi del penny della rasatura o se prendersi la vita dell'ospite di turno; in questo caso, con una scusa qualsiasi, il barbiere non doveva far altro che voltarsi e azionare il fatale meccanismo collegato alla sedia. Difficile contare il numero esatto delle vittime di Sweeney Todd. Alcuni studiosi, basandosi sui differenti capi di abbigliamento rinvenuti nella casa dell'omicida, arrivano ad attribuire ben centosessanta morti alla furia omicida del barbiere: un numero che, senza ombra di dubbio, poneva all'assassino lo scomodo problema dell'occultamento di un ingente numero di corpi. Inizialmente, i cunicoli che dallo scantinato di Sweeney Todd si dipanavano sotto la superficie di tutto il quartiere, disperdendosi in un dedalo di anfratti sotterranei e percorsi segreti, potevano bastare a contenere i segni dell'abominio. I sotterranei della chiesa di St. Dunstan, in modo particolare, già utilizzati per dare degna sepoltura a personaggi di alto lignaggio, sembravano fatti apposta per nascondere in mezzo a scheletri di persone decedute per cause naturali i cadaveri degli uomini uccisi dal barbiere. Presto, però, persino i sotterranei della zona dovettero diventare troppo piccoli per Sweeney Todd, costringendo l'assassino a inventare un ruolo di assoluto primo piano per la signora Lovett, complice e molto probabilmente amante del diabolico barbiere di Fleet Street.



Non differentemente da quanto accadde a Sweeney Todd, le descrizioni della signora Margery (o secondo alcuni Sarah) Lovett parlano di lei o come di una donna vecchia e decrepita o, al contrario, come di una bella e spietata cacciatrice di uomini. Tutti sono concordi nel decantare il suo amore per il denaro e qualcuno si azzarda a ipotizzare una sua insana passione per gli uomini violenti e le pratiche sessuali basate su un precario equilibrio tra piacere e dolore. Certamente Margery Lovett era la giovanissima vedova di un fornaio, particolarmente abile nel dosare gli ingredienti base del prelibato piatto servito nel suo negozio di Bell Yard (una strada adiacente a Fleet Street): la meet pie, un pasticcio di carne avvolto in soffice pastafrolla per cui la signora Lovett era famosa in tutto il circondario. Sul come e sul perché Margery incontrò Sweeney non ci sono grandi certezze. Forse la fornaia riuscì a scoprire il sottopassaggio che fa Bell Yard portava direttamente al 186 di Fleet Street venendo cooptata, con le minacce o grazie al denaro, nelle attività del suo sinistro vicino di bottega. O magari il merito della scoperta fu dello stesso Sweeney Todd, che poi utilizzò le maniere forti o le armi della seduzione per convincere la signora a partecipare ai suoi omicidi. È possibile, inoltre, che il barbiere fosse diventato talmente ricco da acquistare i locali in cui Margery esercitava il suo mestiere ma ci sono pochi dubbi sul fatto che una meat pie sia il luogo migliore in cui far sparire, pezzo dopo pezzo, un corpo umano derubato da qualsiasi cosa capace di trasformarsi in moneta sonante! Raggiunto un accordo, la fornaia e il barbiere si divisero i compiti: al primo toccava smembrare le persone assassinate, alla seconda dosare sapientemente la carne grassa e quella magra per raggiungere quel delicato equilibrio che è alla base di una meat pie degna di questo nome...
Certi raccapriccianti resoconti di persone che, in situazioni estreme, sono state costrette a cibarsi di carne umana riferiscono di un sapore assolutamente disgustoso: un acre sentore dolciastro capace di indurre al vomito anche il più allucinato degli affamati. Alcune trasposizioni letterarie dedicate alla scoperta dei misfatti di Sweeney Todd si soffermano su clienti che, addentando un pasticcio di carne preparato dalla signora Lovett, si imbattono nella macabra scoperta di un anello o di un pezzo di cuoio capelluto... eppure non fu a causa di certi cattivi sapori se il barbiere di Fleet Street venne scoperto e il suo sodalizio con la fornaia di Bell Yard spezzato per sempre. Dove il palato degli uomini non riuscì a distinguere la carne dei loro simili, opportunamente speziata, da quella di manzo o di maiale, ci pensarono alcune circostanze storiche e un certo numero di indizi concomitanti a porre fine alla lucrosa carriera di Sweeney Todd. Vittima dopo vittima, infatti, le voci di persone viste entrare nella bottega del barbiere di Fleet Street e poi scomparse comonciarono a diffondersi per Londra. Visitato anonimamente da amici e parenti degli individui spariti dalla circolazione, Sweeney ebbe la debolezza di farsi scoprire ora con un paio di scarpe, ora con una camicia in tutto e per tutto simili a quelle indossate dai defunti. Le voci, insomma, si tramutarono in prove precise, pane per i denti dei Bow Street Runner, gli antenati della moderna polizia, un corpo semi-volontario fondato soltanto nel 1749 dal magistrato Thomas de Veil nel tentativo di porre un freno alla dilagante criminalità cittadina investigando almeno sui delitti più efferati. Fino a quel momento, il Regno Unito aveva rifiutato l'idea di un corpo di polizia considerando una simile eventualità come un intollerabile oltraggio alla libertà personale e, ancora sul finire del secolo, i Bow Street Runner potevano contare a malapena su otto commissariati, uno dei quali, situato in Craven Road, pronto a raccogliere le testimonianze sul terribile odore che aleggiava intorno alla chiesa di St Dunstan e sugli equivoci vestiti indossati da un fin troppo ricco barbiere di Fleet Street. Al magistrato Richard Blunt, a questo punto, non  restò altro da fare che mandare i suoi uomini - in borghese , visto che le uniformi non erano state ancora adottate - direttamente nella bottega di Sweeney Todd dove, con la scusa di una rasatura, si cominciarono a verificare le accuse mosse contro il barbiere e dove il rinvenimento di alcuni resti umani svelò il camminamento sotterraneo che collegava la bottega di Fleet Street al forno di Bell Yard. Sweeney Todd e la sua complice avevano le ore contate .




"Una notizia un po'originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall'arco scocca vola veloce di bocca in bocca": che si tratti del provvedimento d'espulsione che colpì la Bocca di Rosa cantata da Fabrizio De Andrè o dell'arresto di Sweeney Todd e della sua complice, la sostanza non cambia. Quando, nell'ottobre del 1801, i due criminali finiscono in una cella di Newgate, una folla minacciosa segue la traduzione minacciando giustizia sommaria e devastazioni. Anche dietro le sbarre, il mistero che aleggia su tutta la vicenda continua a infittirsi. Dopo essere stata sottoposta a un estenuante interrogatorio, Margery Lovett crolla e rende una piena e dettagliata confessione aggravando in modo particolare la posizione di Sweeney Todd e augurandogli la più severa delle punizioni. La signora Lovett, da parte sua, non avrebbe mai subìto l'onta di ritrovarsi di fronte a un tribunale nella gabbia riservata agli imputati. Probabilmente - essendo entrata in carcere da donna ricca - riuscì a corrompere una guardia e a ottenere una fiala di qualche potente veleno, fatto sta che venne ritrovata morta di buon mattino, molto prima dell'inizio di un processo talmente atteso da essere salutato come il processo del secolo e da mettere in ombra persino quell'atmosfera di festa che in circostanze normali avrebbe caratterizzato l'imminente arrivo del Natale. A fronteggiare la giuria, Sweeney Todd si ritrovò solo. Tra le prove esaminate dai giurati, oltre a qualche osso umano in cui sarebbe stato possibile rinvenire alcune caratteristiche morfologiche di persone scomparse, anche la storia di un ricco mercante, sparito insieme a una preziosa collana di perle, regalo di nozze per una fidanzata che non sarebbe mai diventata sposa. Questo spunto, rielaborato, ritornerà nell'edizione del 1850 di Sweeney Todd, il Demoniaco Barbiere di Fleet Street da cui siamo partiti per ricostruire le vicende di questo assassino londinese*. Vicende che si chiudono con un'inevitabile condanna a morte, eseguita mediante impiccagione il 25 gennaio del 1802. Nessuna delle migliaia di persone assiepate nei cortili di Newgate alle otto del mattino di quel giorno, osservando la corda saponata serrarsi intorno al collo dell'assassino, poteva pensare che quella morte, reale, non era che l'inizio di un'altra vita, metaforica senz'altro ma, proprio per questo, particolarmente ricca di significati. La vera leggenda di Sweeney Todd, alla resa dei conti, comincia proprio in questo momento, con le notizie che, con la consueta prosa scarna ma avida di particolari lugubri, riempiono le pagine di una delle iniziative editoriali più popolari della storia dell'editoria britannica. Si tratta del famoso "The Newgate Calendar or Malefactor's Bloody Register", un foglio venduto a un penny - lo stesso prezzo di una rasatura da Sweeney Todd - che può essere considerato il padre di tutti i libri che arrivarono a fare della cronaca nera un vero e proprio genere letterario.

La Fortuna di Sweeney Todd: Fiction, Musical e Film 
dalla postfazione di C. Armati 

Secondo una celebre e anticonformista definizione di Mark Twain "un classico è un libro che tutti vogliono leggere ma che nessuno ha letto". Trasportando l'aforisma di Twain sul fronte dell'autorialità, però, si potrebbe dire che, a essere classico, è un libro che tanti avrebbero potuto scrivere ma che nessuno sa da chi sia stato scritto. Questa, almeno, è la frase che fotografa la sorte editoriale di Sweeney Todd (e non sembri sacrilego accostare il demoniaco barbiere di Fleet Street all'Omero dell' Iliade e dell' Odissea o persino alla Bibbia...). Nato per assecondare quello stesso tipo di lettori (fondamentalmente la working class inglese, soprattutto i suoi esponenti più giovani) che decretò il successo di pubblicazioni come il "The Newgate Calendar ", Sweeney Todd or The String of Pearls ha in effetti molti padri ma un solo padrino: l'intraprendente editore Edward Lloyd (1814 - 90). Figlio di un contadino rovinato dalla politica delle enclosures, Lloyd conosce un significativo riscatto economico a partire dalla gestione di un chiosco di giornali, il primo dei punti vendita da cui comincia a diffondere edizioni grossolanamente plagiate di best seller che, per i tipi della sua casa editrice, prendono titoli tipo Nickelas Nickleberry e Oliver Twiss. Al fianco delle opere contraffatte, Lloyd - specialmente dopo una nuova legge sul diritto d'autore varata nel 1842 - mette in commercio anche lavori originali, in genere sanguinose storie di pirati, scabrose avventure di vampiri o, ancora meglio, resoconti ultrarealistici con protagonisti fuorilegge in carne e ossa come Sweeney Todd. Sono i famosissimi Penny Dreadful, libretti dalla scarsa qualità cartotecnica e dall'irrisorio prezzo di copertina ma dai contenuti decisamente appassionanti e comunque in grado di allargare le dimensioni dell'impresa di Lloyd. Abbandonato il chiosco di giornali, l'intraprendente editore si trasferisce in grandi uffici dove cominciano a gravitare autori decisamente particolari: i membri di quella che, prendendo spunto dalla casa editrice, finì con l'essere ribattezzata la "Salisbury Square School of Fiction "- una piazza che, non a caso, si trova proprio dalle parti di Fleet Street. Tra i più autorevoli scrittori pubblicati da Lloyd, una menzione speciale va a Thomas Peckett Prest (1810-59), considerato un genio - addirittura l'erede di Edgar Allan Poe - da un ristretto numero di ammiratori e un pazzo alcolista da un probabilmente più grande numero di creditori che lo bracca senza tregua, costringendolo a continui e repentini cambi di residenza. Attratto dalle paghe esigue ma sicure elargite da Lloyd, Prest sfornò una quantità imprecisata di storie popolari, tra cui, secondo alcuni critici, anche quella che sarebbe andata a costituire il nucleo portante di The String of Pearls. Pubblicato a puntate sul "The People's Periodical and Family Library" nel corso del 1846, il nucleo originale del romanzo dedicato a Sweeney Todd comprendeva diciotto capitoli. L'enorme gradimento dei lettori, però, spinse Lloyd ad allargare enormemente le dimensioni della storia che, nel 1847, pubblicata con il titolo di The String of Pearls: a romance, arrivò a contare la bellezza di centosettanta capitoli. Tre anni dopo, grazie ad un lavoro di condensazione, il romanzo si ridusse agli attuali trentanove capitoli e il titolo cambiò ancora diventando, appunto, The String of Pearls or A Sailor's Gift. Un processo di stratificazione dietro al quale, oltre alla mano di Prest, gli studiosi più attenti hanno creduto di riconoscere anche la penna di James Malcom Rymer (1815-89), altro autore di punta della scuderia di Lloyd e, forse, persino tracce dell'opera di E.P. Hingston, uno scrittore dilettante che finanziava la sua residenza parigina spedendo storie all'editore di Salisbury Square. Stando così le cose, insomma, è giusto che questo classico della letteratura gotica resti anonimo finché eventuali nuove scoperte non sopraggiungano a metter ordine in questa caotica situazione. Risolto grazie alla dicitura "anonimo" il problema relativo all'autorialità di The String of Pearls, non resta che sottolineare come tutt'altro che anonimo sia stato l'impatto che il personaggio del barbiere assassino ha avuto nel presente e nel passato. Dalla carta stampata al teatro, in modo particolare, il passo di Sweeney Todd fu breve e mentre Lloyd si arricchiva con le avventure del serial killer , diventa difficile anche solo provare a contare le sale capaci di fare il tutto esaurito grazie al maniaco di Fleet Street. Due testi, in modo particolare, sono importanti ai fini della storia di Sweeney: quello adattato già nel 1847 da George Dibdin Pitt (1799-1855), forse con la collaborazione dello stesso Prest, e quello che, grazie alla musica e alle parole di Stephen Sondheim e Hugh Wheeler, si sarebbe aggiudicato ben due Grammy Awards e il titolo di Miglior Musical del 1979. Da questo allestimento, Tim Burton ha preso le canzoni che, nel suo film, sono cantate da Johnny Depp ma anche il concetto di uno Sweeney Todd deciso a uccidere per vendetta e non soltanto nel nome di un interesse personale. Si tratta di una trasformazione decisiva, soprattutto se si tiene conto della particolarità di Sweeney Todd all'interno della letteratura gotica che, con i suoi stilemi, offrì al barbiere di Fleet Street l'occasione di liberarsi dal suo corpo mortale e di trasformarsi in una leggenda. Non c'è dubbio, infatti, che gli scrittori del periodo vittoriano offrirono ai lettori un campionario di mostri tutt'ora insuperato. Dal Dracula di Stoker al Mr Hyde di Stevenson, passando per il Frankenstein di Mary Shelley, la particolarità di Sweeney Todd è che per la prima volta a indossare i panni del protagonista non c'è una creatura colpita da un'oscura maledizione, avvelenata da una micidiale pozione farmaceutica o creata nel laboratorio di uno psicotico ma, più semplicemente, un uomo che uccide per assaporare il gusto del sangue e godersi il privilegio del denaro. Più che quella inscenata da Tim Burton e Johnny Depp questa è, oltre che la vera leggenda, anche la vera vendetta del barbiere di Fleet Street: farsi metafora di un capitalismo che, dopo aver trasformato le persone in merce (o, come usano dire gli economisti, in "forza lavoro"), non ha più nessun'altra alternativa che divorare se stesso. Dalle risorse naturali ai patrimoni culturali, tutto può essere contabilizzato, prodotto in serie, commercializzato... e magari fatto a pezzi. Proprio come faceva Sweeney Todd quando smembrava con il rasoio i corpi delle vittime e li dava alla signora Lovett per preparare le sue succulente e insuperabili meat pies .

3 commenti:

io.al.quadrato.2012@gmail.com ha detto...
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io.al.quadrato.2012@gmail.com ha detto...
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Mab ha detto...

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