lunedì 6 gennaio 2014

La Baba Jaga - Afanas'ev (Russia)

'erano una volta un marito e una moglie, ed ebbero una figlia; ma la moglie morì. Il contadino si risposò, e nacque un'altra figlia. Però la seconda moglie non amava la figliastra, e rendeva la vita impossibile alla povera orfanella. Pensa e ripensa, il nostro contadino portò la figlia nel bosco. Cammina per il bosco, guarda: c'è un' izba con le zampe di gallina. Ecco che il contadino dice: "Izba, izba! Volgi il dorso alla foresta e guardami". L'izba si voltò. Il contadino entra nell'izba e dentro c'è la Baba-jaga: prima la testa, in un angolo un piede, nell'altro, l'altro piede.




"Sento odor di russo!", dice la Baba-jaga.
Il contadino s'inchina: "Baba-jaga gamba d'osso! Ti ho portato mia figlia a servizio".
"Benissimo! Servimi, servimi - dice la Baba-jaga alla fanciulla - ed io ti ricompenserò".
Il padre si accomiatò e tornò a casa. La Baba-jaga diede alla fanciulla un mucchio di roba da filare, e la stufa da accendere, e da provvedere a tutto, e poi se ne andò. La fanciulla si appoggia alla stufa e piange amaramente. Accorrono dei topolini e le dicono: "Ragazza; ragazza, perché piangi? Dacci la polentina, e noi ti diremo una bella cosina".
La fanciulla diede la polentina.
"Ecco - dicono - tu infila un filo per ogni fuso".
Tornò la Baba-jaga: "Beh - dice - hai provveduto a tutto?".
La ragazza ha tutto pronto.
"Bene, adesso va', preparami il bagno".
La Baba-jaga lodò la fanciulla e le regalò un sacco di cose. Poi uscì di nuovo e le lasciò degli incarichi ancora più difficili. La fanciulla piange di nuovo. Arrivano i topolini: "Perché piangi dicono bella ragazza? Dacci la polentina, e noi ti diremo una bella cosina".
Essa diede loro la polentina, e i topi le insegnarono di nuovo che cosa doveva fare e come. La Baba-jaga, tornata che fu, la lodò un'altra volta e le fece dei regali ancora più belli...

Kinuko Y Craft


Ma la matrigna intanto manda il marito a vedere se la figlia è ancora viva. Il contadino andò, arriva e vede che la figlia è diventata ricca, anzi, ricchissima.
La Baba-jaga non era in casa, ed egli portò via la figlia con sé. Mentre si avvicinano al loro villaggio, a casa il cagnolino abbaia: "Bu, bu, bu! Arriva la padroncina, arriva la padroncina!".
La matrigna corre fuori, e picchia il cane col matterello. "Bugiardo - lo sgrida - faresti meglio a dire: sento il rumore delle sue ossa nella cassettina!"


Illarionova N.


Ma il cane continua tale e quale. Arrivano. La matrigna non dà pace al marito, perché non porti dalla Baba-jaga anche l'altra figlia. Il contadino ce la porta. La Baba-jaga lasciò anche a lei il lavoro e uscì. La ragazza è fuori di sé per la stizza e piange. Accorrono i topolini. "Ragazza, ragazza, perché piangi?", chiedono.
Ma lei non li fece neppure finire, e giù botte, col matterello e col resto; con loro si diede un gran daffare, ma, quanto al resto, non fece un bel nulla! Arrivò la Baba-jaga, si arrabbiò. La volta dopo, stessa cosa: allora la Baba-jaga se la mangiò, e mise le ossa in una cassettina.
A questo punto la madre manda il marito a cercare la figlia. Il padre andò, ma riportò solo gli ossicini. Quando è vicino al villaggio, il cagnolino, davanti alla casa, abbaia di nuovo: "Bu, bu, bu! Sento il rumore delle ossa nella cassettina!". Arrivò il marito; la moglie stramazzò, morta.
Eccoti una storiella, e a me una ciambella.

Afanas'ev, "Fiabe Popolari Russe".

Posto, in successione, due varianti de "La Baba-jaga". In questa, è evidente che la Baba-jaga e Morozco svolgono esattamente la stessa funzione.

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