Goble W.
"Il più noto di tutti i folletti (Hobgoblin) d'Inghilterra nel XVI e XVII secolo. In realtà, sembra perfino che egli "assorbisse" tutti gli altri, cosicché i loro nomi divennero suoi soprannomi. Anche in Shakespeare, Robin Goodfellow e Puck si identificano".
Sebbene in Sogno di una Notte di Mezz'estate preferisca essere chiamato Puck, "è certo che Robin Goodfellow sia un nome più gentile rispetto a Puck, che nei tempi più antichi era inequivocabilmente usato per il Diavolo. Il pamphlet del 1628, Robin Goodfellow, his mad Pranks and Merry Jests, lo mostra come un essere semifatato, figlio di Oberon e di una donna di campagna. Sua madre fu ben ricompensata dai suoi amici fatati, i quali le regalarono ricchi vestiti, cibo e vino, ma, sebbene Robin avesse la precocità e l'indole burlona degli esseri fatati, non aveva alcun potere finché, a circa sei anni, non scappò da casa. Mentre stava dormendo in un bosco, ebbe una visione magica e quando si svegliò trovò una pergamena d'oro davanti a sé. Era di suo padre che gli assicurava il potere di ottenere qualunque cosa desiderasse e la capacità di cambiare forma e aspetto. Questi poteri dovevano essere usati contro chi era mal disposto nei suoi confronti e in aiuto della gente onesta. Infine, gli prometteva che avrebbe visitato il Paese Incantato [...]
J.O. Halliwell-Phillipps, nel suo Fairy Mithology of Shakespeare, prende seriamente questo pamphlet, sottolineando la sua somiglianza con la leggenda celtica Manannan figlio di Lir. Come Robin Goodfellow, Manannan era figlio di un essere soprannaturale e di una madre umana e fu ammesso nel Pantheon da suo padre [...]
VI sono molti passi riguardanti Robin Goodfellow nella letteratura del XVII secolo; ad esempio, in More Knaves Yet di Rowland :
Tra gli altri vi è un buon diavoletto
Così detto perché non fa enorme dispetto
Conosciuto con il nome di Robin Goodfellow
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Una poesia ben più importante, attribuita a Ben Jonson, tocca quasi tutte le attività dei folletti e sembra quasi che compendi il pamphlet di Robin Goodfellow:
Se qualche vagabondo incontrerò
O nottambuli ubriachi a fine d'anno
Con voce contraffatta li saluterò
Li inviterò e con me verranno
Attraverso foreste e laghetti
Pludi e boschetti
Attraverso siepi con loro andrò
E il mio circuire li farà proseguire
E io ridendo mi girerò: oh, oh, oh!
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da K. Briggs
Rackham A.
Sebbene nei film siano stati ovviamente privilegiati la storia d'amore con Mad/Maid Marian e i colpi di spada, il Robin Hood letterario riecheggia con grande evidenza i "modi" dell'Essere semifatato: le burle, gli inganni, i travestimenti, il suo trasformismo (compresa la capacità di camuffare la voce) sono almeno pari alle qualità guerresche e sono il sale dei continui sequestri-lampo che persegue con grandissimo divertimento. La sua ospitalità nella "verde dimora" è munifica, cavalleresca e allegra. Il che non gli impedisce di depredare i rapiti. Fascinazione, allegria e pericolo accompagnano tutti gli incontri con gli Esseri fatati. E Robin, per essere un nobile Sassone diventato fuorilegge per "motivi politici" e di personale vendetta, è felicissimo nella Foresta, che conosce come se vi fosse nato e non se ne fosse mai allontanato.
Mab
"La Morte di Robin Hood" - N. C. Wyeth
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