giovedì 16 maggio 2013

I Vestiti Nuovi dell'Imperatore, H.C. Andersen, Traduzione Mia

anti, tanti anni fa, c'era un Imperatore che amava talmente i begli abiti da spendere tutto il suo denaro per averne sempre di nuovi. Non si curava dell'esercito, e, se si recava a teatro o a fare una passeggiata nei boschi era solo per pavoneggiarsi, sfoggiando le sue belle vesti. Aveva un abito per ogni ora di ogni giorno della settimana: e se, abitualmente, di un re si usa dire: "Il Re è nella Camera del Consiglio", nel suo caso si poteva esser certi di non sbagliare dicendo: "L'Imperatore è nel suo spogliatoio".
Nella grande Città in cui viveva l'Imperatore la vita era molto piacevole, e frotte di stranieri arrivavano da ogni parte del mondo. Un giorno, entrarono in città due impostori. Si spacciarono per finissimi tessitori e si vantarono di essere capaci di confezionare la stoffa più bella che si potesse immaginare. Non soltanto i motivi del disegno e i colori erano di impareggiabile bellezza - affermarono - ma gli abiti confezionati con quella preziosa stoffa possedevano un potere straordinario: diventavano invisibili agli occhi di coloro non all'altezza delle proprie cariche o che fossero irrimediabilmente stupidi.
'Dev'essere davvero una stoffa meravigliosa!- pensò l'Imperatore - Se avessi degli abiti confezionati con quel tessuto potrei scoprire chi nel mio regno non è all'altezza del suo incarico, e potrei distinguere gli stupidi dagli intelligenti. Sì, devo immediatamente far tessere quella stoffa per me!', e consegnò ai due truffatori un cospicuo anticipo affinché si mettessero all'opera senz'altro indugio. I "tessitori" montarono due telai e fecero fìnta di lavorare alacremente, ma sui telai non c'era un bel nulla. Pretesero, senza alcuno scrupolo, la seta più bella e l'oro più puro, se ne riempirono le borse, e lavorarono fino a tarda notte... sui telai vuoti.
'Quanto mi piacerebbe sapere a che punto sono con il lavoro!' pensò l'Imperatore, ma, a dire il vero, il pensiero che gli idioti o coloro non all'altezza della propria carica non sarebbero stati in grado di vedere la stoffa lo inquietava assai. Non che fosse preoccupato per se stesso! Nooo, naturalmente!... Tuttavia, pensò che sarebbe stato saggio mandare qualcun altro a dare una prima occhiata al lavoro. Tutti in città erano a conoscenza dello straordinario potere di quella stoffa, e tutti erano ansiosi di scoprire quanto stupido o incompetente fosse il proprio vicino.
'Manderò dai tessitori il mio vecchio, leale Ministro. - pensò l'Imperatore - Di certo, sarà in grado di valutare meglio di ogni altro come sta venendo la stoffa: è intelligente e saggio, e non esiste nessuno all'altezza del proprio compito quanto lui!'.
Così, il vecchio, buon Ministro entrò nella sala dove i due imbroglioni lavoravano sui telai vuoti.
'Dio abbia misericordia di me! - pensò, e spalancò gli occhi - non riesco a vedere niente!' Ma si guardò bene dal confessarlo.
I truffatori lo pregarono di avvicinarsi di più e gli domandarono se trovasse belli i colori e il disegno della stoffa... indicando i telai vuoti: il povero Ministro continuava a sgranare gli occhi, ma non riuscì a dir nulla perché non c'era proprio nulla da vedere.
'Signore! - pensò - sono forse un idiota? Non ho mai pensato di esserlo, ma non si può mai sapere. O, forse, non sono adatto al mio incarico? Non posso ammettere che non riesco a vedere la stoffa!'



 Dulac E.



"Ebbene, non dite nulla?!" esclamò uno dei tessitori.
"È splendida! Superba!- disse il vecchio Ministro guardando attraverso gli occhiali - Che disegni e che colori! Sì, sì, riferirò all'Imperatore che mi piacciono moltissimo!"
"Ne siamo lietissimi!" dissero i due tessitori, e presero a indicargli, nominandoli, i vari colori, e a illustrargli lo splendido disegno. Il vecchio Ministro ascoltò attentamente per poter ripetere tutto, parola per parola, all'Imperatore, e così accadde.
Gli impostori pretesero altro denaro, seta e oro, necessari per tessere la meravigliosa stoffa. Ma sui telai non giunse mai nulla: intascarono ogni cosa e continuarono a tessere sui telai vuoti.
Poco dopo, l'Imperatore inviò un altro funzionario, anch'egli un onest'uomo, per vedere come proseguissero i lavori, e quanto mancasse prima che il tessuto fosse pronto. Anche a lui accadde ciò che era capitato al Ministro: guardò e guardò, ma non c'era nulla da vedere se non i telai vuoti, e, infatti, non vide nulla.
"Non è una bella stoffa?" chiesero i due truffatori, mostrando il bel disegno che non c'era affatto e descrivendolo nei dettagli.
'Stupido non sono - pensò il funzionario - dunque, non sono all'altezza della carica che ricopro? Mi sembra strano! Comunque, nessuno deve scoprirlo!', e così lodò la stoffa che non vedeva, e li rassicurò sul piacere che i colori e il superbo disegno gli procuravano.
"Sì, è proprio magnifica" riferì, poi, all'Imperatore.
Tutti in città parlavano di quella stoffa meravigliosa.
L'Imperatore volle vederla personalmente, mentre ancòra era sul telaio. Con una scorta di uomini scelti, compresi i due Cortigiani che già erano stati inviati in avanscoperta, si recò dai due imbroglioni, che tessevano di gran lena... ma senza filo.
"Non è magnifica?- esclamarono i due solerti funzionari - Vostra Maestà guardi che disegno, che colori!", e indicavano il telaio vuoto, pensando che gli altri fossero in grado di vedere la stoffa.
'Come sarebbe!- pensò l'Imperatore - Io non vedo nulla! È terribile! Sono forse un idiota? O non sono degno di essere Imperatore? È la cosa più tremenda che mi potesse capitare!'.
"Oh, è bellissima! - esclamò, assentendo con il capo - ha la mia graziosa approvazione!", e ammirava, osservandolo soddisfatto, il telaio vuoto: non voleva ammettere che non vedeva nulla. Tutti i Cortigiani del seguito guardarono e riguardarono con attenzione, ma non riuscirono a vedere nulla. Tuttavia, dissero all'Imperatore: "È bellissima!" e gli consigliarono di farsi confezionare un vestito con quella nuova meravigliosa stoffa, e di inaugurarlo al solenne corteo che si sarebbe svolto, di lì a poco, per le vie della Città.
"E' magnifìca, bellissima, superba !", esclamavano l'un con l'altro con gran compiacimento, e l'Imperatore consegnò agli impostori la Croce di Cavaliere da sfoggiare all'occhiello, e il titolo di Nobili Tessitori.
Per l'intera notte che precedette il corteo, i due "tessitori" restarono alzati, con sedici candele accese, così chiunque poteva constatare quanto lavorassero per confezionare i vestiti nuovi dell'Imperatore. Finsero di togliere la stoffa dal telaio, tagliarono l'aria con grosse forbici e cucirono con aghi senza filo, quindi, annunciarono: "Il vestito è pronto!"
Sopraggiunse l'Imperatore in persona, con i gran dignitari di Corte, e i due truffatori sollevarono un braccio come se reggessero qualcosa e dissero:
"Questi sono i calzoni, ecco la giacca, e, infine, il mantello!- e continuarono - La stoffa è lieve come una tela di ragno! Si potrebbe quasi credere di non aver nulla addosso, ma è proprio questo il suo maggior pregio!".
"Sì", confermarono tutti i nobili Signori, anche se non potevano vedere nulla, dato che non c'era proprio nulla da vedere.
"Vostra Maestà Imperiale, vi degnereste di spogliarvi?- dissero gli impostori - così vi rivestiremo con i nuovi abiti, proprio qui, davanti al grande specchio."
L'Imperatore si svestì e gli imbroglioni fìnsero di porgergli, uno dopo l'altro, i vari capi, ai quali apponevano le ultime rifiniture; poi, gli cinsero la vita come se dovessero legare qualcosa ben stretto: era lo strascico. E l'Imperatore si girava e rigirava davanti allo specchio.
"Come vi sta bene! Come vi dona!- dissero tutti i presenti - Che disegno! Che colori! È un abito splendido!"
"Qui fuori, sono già arrivati coloro che reggeranno il baldacchino di Vostra Maestà durante il corteo!" annunciò il Gran Cerimoniere.
"Sì, anch'io sono pronto - rispose l'Imperatore - Mi stanno proprio bene, vero?". E si rigirò ancòra una volta davanti allo specchio, come se si rimirasse negli abiti nuovi.
I ciambellani che dovevano portare lo strascico finsero di sollevarlo da terra e si avviarono reggendo l'aria, dal momento che non volevano certo che si scoprisse che non vedevano un bel niente.


Dulac E.



E così l'Imperatore aprì il corteo sotto il bel baldacchino, e la gente che era per strada o alla finestra diceva: "Ma che meraviglia i nuovi vestiti dell'imperatore! Che splendido mantello, e che strascico! Come gli stanno bene!".
Nessuno, infatti, voleva ammettere che non vedeva assolutamente niente, perché, se lo avesse fatto, avrebbe dimostrato di essere un idiota o di non essere all'altezza del proprio incarico. Mai prima d'allora i nuovi vestiti dell'Imperatore avevano riscosso un tale successo.



Rackham A.


"Ma l'Imperatore è nudo!", esclamò un bambino.
"Per amor del Cielo, ascoltate la voce dell'innocenza!" gridò il padre, e ciascuno sussurrava all'altro ciò che il bambino aveva detto.
"Non ha nulla addosso! C'è un bambino che dice che l'Imperatore è nudo!"
E, alla fine, tutti gridavano: "E' nudo! L'Imperatore è nudo!".
L'Imperatore rabbrividì perché sapeva che avevano ragione, ma pensò:
'Ormai devo sopportare sino alla fine"'.
E si raddrizzò ancòra più fieramente, e i ciambellani lo seguivano reggendo lo strascico che non c'era.

di H.C.Andersen.

Classificazione: Aa Th 1620 [The King's New Clothes]

Traduzione: Mab's Copyright

Come specifico sotto quasi tutte le fiabe di Andersen, non conosco il Danese, e, non esistendo, purtroppo, che pochissime versioni integrali delle sue opere in Italiano, generalmente mal tradotte, ho ricavato questa versione italiana comparando una versione integrale in Inglese e una in Francese.

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