'era un giovane prete che aveva una fidanzata. Appena venne nominato pastore e fu destinato a una canonica, decise di prenderla in moglie. La ragazza era restia a sposarsi e continuava a trovare mille scuse per rimandare la cerimonia, perché aveva paura di avere figli. Mentre lui era impaziente di arrivare alle nozze, lei continuava a sfuggirgli, con la scusa che non aveva il coraggio di affrontare quella nuova condizione.
Un giorno che la ragazza camminava lungo un sentiero nel bosco, passò una mendicante con un vestitaccio, un cappello e un lungo bastone.
La vecchia le disse "Sei in cerca di ventura o sfuggi la sventura? Non hai l'aria felice di una giovane donna che deve andare a nozze. Molto saprai, presto invecchierai".
La vecchia le disse "Sei in cerca di ventura o sfuggi la sventura? Non hai l'aria felice di una giovane donna che deve andare a nozze. Molto saprai, presto invecchierai".
"A volte fuggo la sventura e a volte cerco doppia avventura" rispose la ragazza sullo stesso tono misterioso.
Presto, però, la giovane donna raccontò alla vecchia il suo cruccio secondo verità, e la vecchia la esortò a seguirla. La portò a un mulino e le ordinò di far girare la macina tre volte all'inverso.
"Quando senti un botto, fermati. Quel che hai seminato raccoglierai."
Gli alberi scrosciarono, le foglie scricchiolarono e la macina diede un colpo. A questo punto, la ragazza si mise il cuore in pace e si allontanò, presto dimenticando l'accaduto.
Passò del tempo e il pastore e la ragazza si sposarono. Tutti in paese dicevano che la moglie del prete era così buona come il giorno è lungo, e nessuno si accomiatava da lei senza aver ricevuto aiuto e conforto. I due sposi erano felici e contenti ma non avevano figli.
Un giorno erano fuori a passeggio, il sole risplendeva chiaro sulle montagne e sulla valle, e il pastore si accorse di colpo che la moglie non aveva ombra. Era uno di quegli uomini che pensava che bisognasse difendersi dal bue davanti, dal mulo di dietro e dalla donna da entrambi i lati e, sospettoso, chiese alla moglie:
"Cosa hai fatto? Devi aver compiuto un'azione terribile se non hai ombra".
Ma lei non ricordava di aver fatto nulla di male.
Giorno dopo giorno, il pastore la tormentò insinuando che doveva aver commesso una grave colpa.
Alla fine, la moglie gli raccontò che l'unica cosa che le veniva in mente era che un giorno per tre volte aveva girato all'inverso la macina di un mulino.
" Non sai che è una stregoneria? Te l'hanno insegnato i troll? "chiese il marito colto dal terrore.
Allora la moglie spiegò come realmente erano andate le cose e la ragione che l'aveva spinta ad agire in quel modo.
Il pastore andò su tutte le furie e le disse ciò che doveva fare. Doveva restare seduta in chiesa, immobile e sola per tre notti, e non parlare fino allo scadere della terza notte. In seguito, finché il pastore non gliene avesse dato il permesso, non avrebbe dovuto rivelare una sola parola di ciò che le fosse successo in quelle notti.
La prima notte entrò in chiesa un ariete bianco. Prese a cornate la povera donna, percuotendola malamente e le disse: "E' colpa tua se non sono nato, perché oggi sarei un grand'uomo". E prese a inveire con cattiveria e violenza. Nell'uscire di chiesa, la mattina dopo, la moglie del pastore si reggeva a malapena in piedi, e fu costretta a mettersi a letto.
Venne la seconda notte e adesso apparve un ariete nero dal petto bianco che la aggredì con violenza ancora maggiore dell'altro ariete e le disse: "E' colpa tua se non sono diventato prete. Oggi sarei vescovo".
E la maltrattò nel peggiore dei modi. All'alba, la donna rientrò a casa in condizioni pietose.
La terza notte si presentò una ragazza minorata e la supplicò di non sentirsi colpevole per non averla messa al mondo perché sarebbe stata un'invalida, destinata solo a soffrire.
Rientrata in casa del prevosto, la donna giacque a letto priva di forze.
Rientrata in casa del prevosto, la donna giacque a letto priva di forze.
Trascorso il tempo del forzato silenzio, il pastore le chiese un resoconto delle tre notti.
La donna raccontò ogni cosa, e il pastore si arrabbiò nell'udire dell'ariete bianco destinato a diventare un gran personaggio, diventò furibondo quando seppe dell'ariete nero che sarebbe diventato prete e vescovo e il sangue gli salì alla testa. Senza darsi pena di ascoltare il resoconto della terza notte disse alla moglie: "Non riceverai clemenza, né indulgenza, fin quando dalle tue scarpe che stanno davanti al letto non cresceranno rose e gigli".
E sbattendo la porta, uscì di casa.
Al suo rientro, trovò la moglie morta. E rose e gigli erano cresciuti nelle sue scarpe.
Tradotta, curata e annotata da Annuska Palme Sanavio.Vedi : "La Donna Che Non Voleva Figli" (Raccontata da un Uomo)
"Appunti su La Donna che Non Voleva Figli"
Nessun commento:
Posta un commento