lunedì 13 maggio 2013

Zellandine e Talia e Rosaspina...




Henry Holiday


E' possibile individuare un'area culturale di provenienza, più che una localizzazione strettamente geografica, ma le dinamiche sono difficilissime da districare. Perché una fiaba può arrivare dall'Oriente, diffondersi in Europa, radicarsi con successo, magari nel Nord, per poi ritornare nella terra d'origine attraverso i racconti di mercanti, navigatori, schiavi e diventare una variante "esotica" della  prima vera variante, quella europea. La vera fortuna è imbattersi in un'altra fiaba ancòra, in cui si scoprono  (golosamente) tracce del motivo originario.
Ciò detto, de "La Bella Addormentata" abbiamo alcuni punti fermi.
Nel Roman de Perceforest, tardo ciclo arturiano ( XIVsec.), esiste "La Histoire de Troylus et de Zellandine", in cui se ne rintracciano i motivi fondamentali.
Come vera e propria fiaba, si intitola "Sole, Luna e Talia" e fa parte di quello straordinario "gioiello barocco", a lungo misconosciuto in Italia, un classico venerato in Europa, che è il Pentamerone (1634)  di Giambattista Basile.
Nel '700, Charles Perrault ne ha tratto  la sua "Belle au Bois Dormant"... censurandola.
In "Sole, Luna e Talia", infatti, il Re non può rivelare l'esistenza di Talia e dei loro figli perché ha già una moglie. La pruderie di Perrault, riscattata da una deliziosa ironia, si è spinta al punto di preferire una feroce Regina madre orchessa ad un onesto adulterio. Inoltre, evita l'accusa di stupro al Principe, facendo sì che sia il suo bacio innamorato a risvegliare Aurora, con la quale, prontamente, si unisce in matrimonio. Nell'originale, il Re fa l'amore (?) con la bellissima fanciulla addormentata (lui dubita che sia morta) e, tranquillamente, se ne torna dalla moglie. Nel frattempo, Talia partorisce nel sonno due gemelli. E sarà uno dei due neonati, succhiandole il dito, in cerca del seno, a tirarle fuori la lisca di lino (poi trasformato nel fuso) che ha realizzato la maledizione.
La "Rosaspina" dei Grimm taglia la testa al toro: si ferma al risveglio della principessa, niente complicazioni di madri orchesse o di mogli gelose, e la "bella addormentata" si desta semplicemente perché la maledizione della fata ha una scadenza. Naturalmente, i Grimm indugiano sul dettaglio noir dei rovai che circondano il castello incantato e che custodiscono i resti degli sfortunati predecessori del principe tempista che hanno "catturato" ed ucciso. E insistono - in stato di grazia - sui particolari del sonno magico che avvolge il Castello e i suoi abitanti, fino alle mosche sul muro e al fuoco nel camino.
Ma la più antica "bella addormentata" l'ho rintracciata, sotto mentite spoglie, in Medio Oriente, e non vado oltre. Dico solo che i protagonisti sono una potente Dèa del mare ed un semplice mortale, "un re senza corona e senza scorta"...

Mab



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