lunedì 13 maggio 2013

La Camera Maledetta di Cagnano - Una Bella Sepolta Viva

ancillotto Bracciforte era fra i più valenti capitani d'arme del marchese Pallavicino, Signore ghibellino di Piacenza.
A Lancillotto il marchese affidò l'impresa della conquista della Rocca di Cagnano.
L'assedio si rivelò lungo e gravoso benché gli assediati fossero allo stremo e privi della guida del loro Signore, impegnato nella difesa di altri suoi possedimenti.
Infine, la Rocca cadde.
Lancillotto si apprestava a prenderne possesso in nome del marchese Pallavicino, quando il ponte levatoio si abbassò ed una bella dama uscì dal castello, seguita da un corteo di ancelle e famigli, e sfilò tra i vincitori fino a raggiungere Lancillotto davanti al quale si inginocchiò, chiedendo pietà per le sue genti.


E.F. Brickdale


La grazia e la nobiltà della giovane Signora della Rocca, sposa di Pietro Cagnano, avevano già colpito Lancillotto, ma, quando la aiutò a rialzarsi e poté guardarla in volto, tremò sino in fondo al cuore: la Signora di Cagnano un tempo era stata Rosania Fulgosio, e i due giovani si erano amati, ma la famiglia di lei era di parte guelfa... il matrimonio era impensabile, il reciproco amore una sventura. Non si erano mai più rivisti. Ma, non appena si guardarono, l'antico sentimento si risvegliò e trascorsero insieme quella notte.
Un'antica governante del castello di nome Verzuvia, fedele a Pietro di Cagnano e ferocemente ostile alla sua giovane moglie, scoprì l'incontro segreto dei due amanti e serbò il silenzio, pregustando la vendetta.
Il mattino seguente, Lancillotto, a malincuore, dovette abbandonare l'amore appena ritrovato poiché il suo dovere gli imponeva di fare ritorno a Piacenza. Si mostrò magnanimo con i vinti: evitò il saccheggio, recando con sé un bottino di guerra poco più che simbolico ed uno sparuto gruppo di prigionieri.
Rosania, già oppressa dal dolore della nuova separazione, lo vide partire disperata, per via di un angoscioso presentimento che non le dava pace.


"Amore in Ceppi", E.F. Brickdale


Poco dopo, richiamato dalla notizia della presa della Rocca, ritornò Pietro.
Con facilità sbaragliò la scarsa guardia lasciata da Lancillotto e riconquistò il castello.
La vecchia Verzuvia non tardò a riferirgli l'infedeltà della giovane sposa.
Il Signore di Cagnano tacque, ma progettò una vendetta orribile.
Annunciò che avrebbe allestito un rifugio inaccessibile in previsione di un nuovo assalto alla Rocca, e comandò che venisse scavata una stanza sotto le fondamenta del castello.
E questa stanza era completamente ostruita da macigni, ed aveva un'unica finestrella con uno sportello di ferro. A lavori ultimati, Pietro ordinò che la Corte e tutta la servitù si trasferissero in un altro dei suoi castelli.
Nella Rocca rimasero lo stesso Pietro, la vecchia Verzuvia, e Ceccone da Groppo, anima nera e sicario fedele del Signore di Cagnano. E Rosania. Il marito le ordinò di indossare il ricco abito di raso bianco con cui era andata ad accogliere il vincitore, e, durante la cena, le impose di bere due coppe di vin santo, che aveva provveduto ad oppiare. Presto, la giovane cadde in un sonno profondissimo.


Athina Poda Konstantinidou


Ceccone da Groppo la portò sulle braccia nella stanza scavata sotto le fondamenta e ve la depose. Poi, con l'aiuto del suo Signore, sbarrò la finestrella e celò completamente l'ingresso con pietre e terra. Sullo sportello, Pietro lasciò questo scritto:

" Maledizione a chi questa porta aprirà
E di Rosania pietade avrà "

Subito dopo, Pietro abbandonò la Rocca con i suoi complici. A chi gli chiedeva notizie della giovane sposa rispondeva ch'ella si era rifugiata presso la sua famiglia, scortata da Verzuvia. E il cadavere di Verzuvia, con il cuore trapassato da un pugnale, fu rinvenuto qualche giorno dopo nel Vezzeno.

"Nel castello rimase solo il vecchio custode. Egli raccontò in seguito che ogni notte dalle forre del Vezzeno saliva una voce lamentosa di pianto e invocazione, che si spegneva con una lunga eco; egli spergiurava che quella era l'anima della vecchia Verzuvia [....] Si disse poi che nelle notti tempestose e di vento, dalle rocce sotto il castello saliva il lugubre lamento della bella Rosania e che, in qualche sera di plenilunio, si vedeva vagare nella pineta un'eterea figura, che svaniva [...] nelle chiare acque del fiume: era il fantasma di Rosania che invocava l'amato Lancillotto".

Da:"Il folklore piacentino" di C.Artocchini


Jeremy Hush


Questa, come "Il Pozzo della Giaconera", che posterò subito dopo, è la storia di una Bella Addormentata-Biancaneve più un pizzico di Barbablu, in cui il sonno, o morte temporanea, nel passaggio dalla fiaba alla leggenda, diventa una morte definitiva e violenta che trasforma l'eroina in un angoscioso fantasma senza pace.

Mab's Copyright


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