In cui Sophie Entra in un Castello e Accetta un Patto
"Da vicino il castello era più spaventoso che mai e sembrava troppo alto per la sua forma irregolare. Per quanto Sophie poteva vedere nell'oscurità crescente, era costruito con grandi blocchi neri come il carbone e, come il carbone, i blocchi erano tutti di forme e misure differenti. Quando si avvicinò, dai blocchi cominciò a soffiare un vento gelido che comunque non riuscì a spaventare Sophie."
Il Castello si era fermato docilmente al comando di Sophie, ma quanto a lasciarla entrare... Una sorta di barriera invisibile la tiene lontana dalla grande porta nera. Girando intorno all'angolo destro, in senso anti-orario, incontra altre porte, che, però, scivolano lungo le mura ad ogni suo tentativo di aprirle. Ma è il senso anti-orario la soluzione: altro elemento magico, e di magia nera, oltretutto (vedi "La Donna che non Voleva Figli"). Infine Sophie trova la porta di servizio. Ma, non appena le si accosta, il Castello incomincia a vibrare tutto e a muoversi. Un po' come salire su un treno in corsa. La "vecchia" è talmente stanca, infreddolita e spaventata dal buio della brughiera, che si catapulta all'interno e incontra Michael. Il suo nome lo conoscerà dopo un po', così come scoprirà che il ragazzo è l'apprendista del terribile Mago Howl. In questo primo impatto, il ragazzo è più sorpreso e spaventato dell'intrusa, e non vorrebbe farla entrare. Sophie nota che è un adolescente (anche se è più alto di lei), di poco più grande di sua sorella Martha. Nel film, invece, Michael è un bambino.
"Sophie si sporse cercando di guardare oltre le spalle del ragazzo. Vide una gran quantità di cose che pendevano dalle travi e che probabilmente servivano a fare incantesimi: trecce di cipolle, mazzi di erbe e strane radici. Poi scorse anche grossi libri rilegati in cuoio, bottiglie dai colli storti e un vecchio teschio umano scuro e sogghignante. Sul lato non nascosto dalla presenza del ragazzo si vedeva un caminetto con un piccolo fuoco che bruciava dietro la grata."
Pur di guadagnarsi un posto accanto al fuoco in quella vecchia cucina dall'aria accogliente, Sophie mente, dicendo che le serve il consiglio di Howl (e intanto si accomoda nella poltrona vicino al caminetto) e che è disposta ad aspettarlo per tutto il tempo necessario. Michael si dimostra molto gentile, pur evidentemente spiazzato dalla sua sfacciataggine, e si rassegna a lasciarle trascorrere la notte nel Castello, in attesa del ritorno del Mago. Una volta che la vecchietta si è appisolata nella poltrona, il ragazzo traffica sul tavolo da lavoro con polverine e liquidi strani, tentando esperimenti magici (piuttosto maldestri).
"Infine, [Sophie] non si svegliò quando il ragazzo, guardando la bocca aperta di Sophie, disse, rivolto al caminetto:' Ha ancora tutti i denti. Non è la Strega delle Terre Desolate, vero?' ' Pensi che altrimenti l'avrei lasciata entrare ?!' ribattè il fuoco scoppiettante nel focolare. Michael raccolse delicatamente il bastone da terra, mise un grosso ceppo sulle fiamme con altrettanta grazia e se ne andò a dormire da qualche parte al piano di sopra."
Durante la notte, Sophie, si sveglia, sola ed infreddolita, in quella cucina completamente immersa nell'oscurità, ed aggiunge un altro ceppo al fuoco. Mentre riflette sul modo di cavarsela con Howl l'indomani, incomincia a scorgere quello che sembra un viso tra le fiamme nel caminetto.
Sarebbe un viso lungo e magro, di colore blu e con un naso affilato. Quelle fiamme verdi potrebbero essere i capelli ricciuti...[...] Quelle fiamme violette lì in fondo formano la bocca ... hai delle zanne affilate, amico mio, e hai due cespugli verdi di fuoco come sopracciglia.' Curiosamente le uniche fiamme arancione erano sotto quelle verdi, che sembravano sopracciglia, proprio come fossero occhi, e ognuno aveva una piccola fiammella violetta nel mezzo, tanto che Sophie le interpretò come pupille che la stessero guardando.”
E, poiché si stava domandando se il potente Mago Howl avrebbe potuto sciogliere l'incantesimo della Strega e farla ritornare giovane, conclude la sua riflessione a voce alta:
“ D'altra parte, se fossi liberata dall'incantesimo mi ritroverei con il cuore mangiato prima di potermi voltare per andarmene.' ' E tu non accetti che il tuo cuore sia mangiato, ovviamente!' disse il fuoco. Era veramente il fuoco a parlare! Sophie vide le labbra viola muoversi mentre udiva le parole”.
"E' un sortilegio molto potente. Mi sembra opera della Strega delle Terre Desolate. […] Mi sembra che ci sia qualcosa di più – gracchiò il dèmone – distinguo due livelli di sortilegio. E inoltre tu non puoi parlare con nessuno della tua situazione, tranne che con persone che la conoscano già."
Sophie, ovviamente, gli chiede se può liberarla dal maleficio. E lui, sornione, le risponde che è un sortilegio davvero complicato e potente e che ha bisogno di un po'di tempo per studiarlo a fondo. Poi, le propone un contratto. “Io spezzerò il tuo incantesimo se tu mi aiuterai a rompere il contratto che mi lega indissolubilmente a questo posto".
In un luogo rètto dalle leggi delle fiabe, chiunque sa perfettamente quali pericoli si corrano stringendo un patto con un dèmone: sotto c'è sempre un inganno, ed il patto si dimostra spesso inutile e fraudolento. Quindi, Sophie esita, anche perché le zanne del dèmone e il suo fare insinuante non la rassicurano affatto! Ma lui riesce a toccare corde delicate: quel sortilegio le ha tolto almeno sessant'anni di vita, aspetto che Sophie non aveva considerato. D'altra parte, ha intuito che il contratto che imprigiona il dèmone del fuoco è stato stipulato con Howl in persona, il che complica terribilmente le cose! Poi, il dèmone incomincia a piagnucolare .
“ Sono legato a questo focolare e non posso muovermi nemmeno di un passo. Sono obbligato a fare la maggior parte delle magie qui dentro. Devo tenere insieme il castello, spostarlo e produrre tutti gli effetti speciali che terrorizzano la gente, oltre a dover fare qualsiasi altra cosa che venga in mente al Mago. Howl è proprio senza cuore!”
Naturalmente, questo è un argomento che, contro la sua volontà, non può che ammorbidire Sophie: le ricorda troppo la propria situazione di sfruttata da parte di Fanny, la matrigna. Così accetta il patto. Ma...
“Spezzerò il tuo incantesimo nel preciso istante in cui mi libererai dal mio contratto! 'Bene, ora spiegami come dovrò procedere.' '[…] Non posso! Il contratto prevede che né io né il Mago possiamo rivelare ad alcuno come fare per scioglierlo.”
Il che vuol dire che il dèmone l'ha ingannata, che deve scoprire da sola la natura del contratto con Howl e come fare per scioglierlo e che per riuscirci ha bisogno di tempo. Quindi, deve trovare il modo di rimanere nel Castello. In un primo momento, si arrabbia con il dèmone doppiogiochista, poi, un po' blandita, un po' perché prova comunque compassione per lui, si rassegna e gli chiede consiglio per escogitare un piano che le permetta di restare e spiare il Mago.
“ Penseremo a qualcosa. Howl, nella maggior parte dei casi, si rivela inutile – disse il dèmone sibilando velenosamente – è troppo preso da se stesso per accorgersi di cosa succede oltre il suo naso. Lo possiamo ingannare per tutto il tempo che tu vorrai rimanere al castello.”
E le gracchia e sibila una sorta di cantilena che, in un linguaggio assolutamente incomprensibile, le induce un sonno magico.
(continua)
Ancòra una volta, mi pare che, almeno stando all'esito, sia chiara l'intenzione del regista di dividere il mondo "normale" di Sophie da quello stravagante e magico di Howl. Come ho già detto, privare, rispetto al libro, il personaggio di Sophie di quelle misteriose capacità magiche (non si può parlare di veri e propri poteri) che lo rendono particolarmente interessante è una scelta sbagliata e poco comprensibile. Come conseguenza, infatti, la trama del film, pur essendo sfrondata e semplificata, ne risulta, per assurdo, più "criptica", perché molti "motivi" rimangono come sospesi e non hanno una spiegazione. Un'altra incoerenza: la scelta di rendere più umana Sophie (nel libro, si scoprirà che è esattamente l'opposto) e più misterioso Howl si contraddice con la caratterizzazione Disneyana dei personaggi comprimari. Calcifer non ha nulla del multicolore dèmone del libro. È un pupazzetto buffo. La doppia tonalità, ironia e mistero, si pèrdono. Lo avrei immaginato come il volto sogghignante e "liquido" dello specchio di Grimilde, con una buona dose di sarcastico sense of humour. Ciò mi porta a pensare: il target del film è così diverso da quello del libro? E ciò giustificherebbe i "pupazzetti"...? E se fosse così, se l'età degli "utenti"del film fosse inferiore, che senso ha appesantire un racconto completamente trasformato con un discorso pseudo-pacifista? Un pacifismo che sta più nell'ambientazione e nell'atmosfera pre-bellica che in un messaggio immediato e di facile comprensione per un target più giovane ed immaturo. Più leggo il libro, meno mi convincono certe scelte. Indubbiamente, come si vedrà, la trama del romanzo è fin troppo complicata (anche inutilmente), ed una bella ripulitura mirata sarebbe stata graditissima, ma impoverire e basta, senza, tranne rare eccezioni, fornire letture alternative sfruttando al meglio le infinite possibilità del mezzo cinematografico...
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