"Va' alla fonte dell'acqua vera e portamene un sorso che mi guarisca."
La figlia andò alla fonte. Una rana, o piuttosto un rospo, venne alla superficie e le chiese se l'avrebbe sposato in cambio di un sorso d'acqua per la madre.
"Non ti sposerò certo, mostruosa creatura! A nessun costo!"
"Allora non avrai l'acqua!"
La ragazza tornò a casa e la madre mandò la sorella che veniva dopo di lei. La ragazza andò alla fonte, il rospo venne su e le chiese "se voleva sposarlo, in cambio di un sorso d'acqua per la madre".
"Non ti sposerò certo, mostro!"
"Allora non avrai l'acqua!"
Lei tornò a casa, e la sorella minore fu mandata alla fonte. Come al solito, il rospo venne su e le chiese "se l'avrebbe sposato, in cambio dell'acqua".
Rackham A.
"Se non c'è altro modo per guarire mia madre, ti sposerò" disse la ragazza. Così ebbe l'acqua e guarì la madre. Erano andati tutti a riposare per la notte quando il rospo si presentò alla porta e disse:
"A chaomhag, a chaomhag,
an cuimhneach leat
an gealladh beag
a thug thu aig
an tibar dhom
a ghaoil, a ghaoil"
che voleva dire:
"ah, mia gentile, mia gentile!
non ricordi
il piccolo pegno
che mi desti
accanto alla fonte,
amore mio, amore mio!"
Il rospo lo ripeteva senza posa, e la fanciulla si alzò, lo prese, e lo mise dietro la porta; poi tornò a letto. Ma si era appena distesa che il rospo riprese a gracidare: "A chaomhag, a chaomhag; a ghaoil, a ghaoil..."e non la smetteva mai. Allora lei si alzò e lo mise sotto un noggin [1] ; cosa che lo tenne quieto per un po'; ma si era appena coricata che l'importuno riprese:"A chaomhag, a chaomhag; a ghaoil, a ghaoil...". Lei si alzò ancora una volta e gli fece un lettuccio accanto al fuoco; ma al rospo non piacque, e ricominciò:"A chaomhag, a chaomhag; a ghaoil, a ghaoil..." Così la ragazza si alzò e gli fece un giaciglio accanto al proprio letto; ma il rospo diceva sempre, senza posa: "A chaomhag, a chaomhag; a ghaoil, a ghaoil..."
Questa volta la ragazza non si curò del lamento, finchè il rospo le disse: "Dietro il tuo letto c'è una vecchia spada arrugginita: faresti meglio a tagliarmi la testa, piuttosto che lasciarmi in questa tortura." Allora la ragazza prese la spada e gli tagliò la testa. Appena la lama lo toccò, il rospo divenne un giovane bellissimo e ringraziò mille volte la sposa per averlo liberato dall'incantesimo. Poi, visto che era un Re, si riprese il regno e si unì alla principessa. E vissero insieme a lungo, felici e contenti.
[1] Piccolo boccale della msura di un quarto di pinta.
John Francis Campbell
Da "Fiabe e Leggende Scozzesi", a cura di M.L.Magini e G.Agrati
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