martedì 14 maggio 2013

Il Castello Errante di Howl (secondo me) - Capitolo Secondo


In Cui Sophie è Costretta ad Andare Incontro al Suo Destino




Gif tratte dal film di cui non sono riuscita a rintracciare l'autore


Il primo capitolo si conclude, quindi, con un colpo di teatro. Dopo l'incontro con il giovanotto profumoso di giacinti, Sophie scappa a gambe levate, e, finalmente, raggiunge la pasticceria Cesari, dove lavora la sorella Lettie. Attraverso le chiacchiere origliate dal retrobottega, Sophie ha appreso che la gran bellezza della sorella sta spopolando, che l'elegante bottega è sempre piena di avventori speranzosi in un'occhiata e, magari, in un sorriso da parte dell'affascinante apprendista, e che Lettie ha ricevuto svariate proposte di matrimonio, ma le ha respinte tutte. Vedendo spuntare Sophie, Lettie sembra prima interdetta, poi, felice di rivederla. Si appartano per chiacchierare tranquillamente... e arriva la grande rivelazione: Lettie, in realtà, non è Lettie, ma la sorella minore, Martha, la "predestinata". Le due ragazze avevano finto di accettare le decisioni di Fanny, ma, in segreto, avevano sistemato le cose a modo loro. Martha era una brava allieva e, scartabellando i libri della signora Fairfax, aveva trovato l'incantesimo giusto: una pozione magica che le aveva permesso di scambiare sembianze (e apprendistati) con la sorella. Martha è felicissima del suo lavoro in pasticceria e spera di incontrare presto (gli effetti della pozione svaniscono gradualmente) l'uomo della sua vita, quello che le consentirà di realizzare un sogno più modesto del mirabile destino riservato alle sorelle minori delle fiabe: sposarsi e avere almeno dieci figli. E Lettie, dal canto suo, ha una gran voglia di studiare. E Martha le/ci svela anche il vero carattere di sua madre, Fanny, e mette in guardia la sorella maggiore.

 " Nostra madre sa che non si deve essere scortesi con qualcuno se lo si vuole sfruttare. Conosce bene il tuo forte senso del dovere e quella tua fissa sul fallimento del primogenito. Ti ha manipolato perfettamente e ora ti sta schiavizzando. Scommetto che non ti paga." " Ma sono ancora un'apprendista" protestò debolmente Sophie. " Lo sono anch'io, ma percepisco un salario. [...] Quel negozio è diventato una miniera d'oro grazie a te. Sei stata tu a creare quel cappellino verde che ha trasformato la moglie del sindaco in una stupenda adolescente... o no? [...] Per non parlare della cuffietta che indossava Jane Farrier quando ha incontrato quel nobiluomo - continuò Martha implacabile..."

Così la sorellina minore l'ammonisce di avere maggiore rispetto di se stessa e di aprire gli occhi per ottenere il rispetto degli altri, di Fanny, nella fattispecie. Tornata a casa, Sophie riflette sulle parole di Martha e trova il coraggio di chiedere a Fanny se non abbia diritto ad un piccolo compenso in denaro. Fanny approvò immediatamente, blandendola con lodi ed apprezzamenti sul suo lavoro, ma...

"Dapprima Sophie si sentì meschina per aver dato ascolto alle insinuazioni di Martha, ma quando Fanny non fece più alcun accenno al suo salario né quella sera né le sere successive, allora cominciò a pensare che sua sorella avesse ragione."

Sophie pensò addirittura di lasciare tutto per andare (finalmente!) in cerca di fortuna (e di avventure !), ma, il giorno dopo, di questo gran rimescolìo le era rimasta solo una buona dose di cattivo umore. Ma qualcosa di più sconvolgente stava per succederle...

 " Il campanello della porta suonò e la cliente più incredibile che avesse mai visto veleggiò dentro al negozio in una trina color sabbia che le pendeva dai gomiti e uno scintillio di diamanti che ricoprivano il pesante vestito nero. Gli occhi di Sophie andarono immediatamente all'ampio cappello adorno da vere piume di struzzo, tinte per riflettere i bagliori rosa, verdi e blu che mandavano le pietre dell'abito, piume che tuttavia restavano di un nero profondo. Quello era un signor cappello! La nuova venuta aveva un viso bello e curato, incorniciato da capelli castani che la facevano apparire giovane, anche se..."

Beh, anche qui c'è una certa differenza con il personaggio del film.





Io avrei dato alla Strega delle Terre Desolate l'aspetto grottesco di una Cher+la-morte-ti-fa-bella. Penso che il cambiamento successivo avrebbe avuto un impatto più... ehm... interessante. Comunque, la strana cliente esamina con un certo disprezzo i cappellini usciti dalle mani di Sophie (mostrando, però, di conoscerne perfettamente le singolari "proprietà"). Infine: 

" ....Ho sentito parlare di te, signorina. Non m'interessa competere, non m'importa niente di te... Sono solo venuta a fermarti! - Una mano uscì dalla lunga manica nera e, con un rapido gesto fluttuante, fu puntata verso il viso di Sophie. ' Voi...voi siete la Strega delle Terre Desolate ? '[...] ' Sì, sono io...E questo ti insegnerà a intrometterti in cose che riguardano solo me.' 'Non credo di aver fatto una cosa simile. Ci dev'essere un errore ' gracchiò a fatica Sophie [...] 'Ricorda che non sarai in grado di dire a nessuno di essere vittima di un sortilegio'. La campanella della porta rintoccò come una campana funebre, poi la Strega scomparve."




Toccandosi il volto, guardando le proprie mani, Sophie si rende conto di essere diventata incredibilmente vecchia... Ancora più incredibile è lo straordinario distacco con cui accoglie il cambiamento, anche dopo essersi specchiata... 

"Non ti preoccupare, vecchia mia - disse Sophie alla sua faccia - Sembri in buona salute. Inoltre il tuo aspetto attuale rispecchia meglio il tuo stato d'animo..."




E Sophie, all'istante, da vecchia decrepita, prende la decisione che ha continuamente rimandato da adolescente: avvolge uno scialle grigio sul suo vestito grigio e abbandona la casa-bottega avviandosi verso le campagne intorno a Market Chipping. Ben presto, tuttavia, si rende conto che, pur essendo sana e robusta, non ha energie sufficienti: ha le giunture rigide e un bel mal di schiena. Allora, si guarda intorno alla ricerca di un pezzo di legno da utilizzare come bastone. Sta per "prendere in prestito" quello che sostiene uno sparuto spaventapasseri, ma ha quasi pietà di quella "testa di rapa" e lo adagia dolcemente su di un cespuglio di biancospino (!). Questo gesto caritatevole - pensa - le procurerebbe un aiuto magico se solo non fosse la primogenita...

"Ora , se io non fossi destinata al fallimento a causa della posizione nella mia famiglia, tu potresti prendere vita e aiutarmi a fare fortuna. In ogni caso ti auguro ogni bene! - Sghignazzò di nuovo, mentre si rimetteva in cammino. Forse era un po' matta, ma spesso le persone anziane lo erano."

Un'ora più tardi, durante una breve sosta - è distrutta dalla stanchezza - Sophie affronta un altro incontro che l'avrebbe di certo terrorizzata "quando era giovane". Sotto un altro cespuglio di biancospino (!) è legato un cane "grigio e magro", ringhiante e rabbioso. Nonostante le sue paure, i graffi dei rami e i divincolamenti del cane, Sophie riesce a tagliare con le sue forbici da lavoro la corda che lo tiene imprigionato. Ed ha una piccola ricompensa: la corda era stata annodata intorno ad un vero bastone da passeggio, incastrato sotto il cespuglio. Adesso ha il suo appoggio, con tanto di puntale. Ed incomincia a parlargli, così come usava fare con i cappelli. Il terzo incontro è con un contadino di mezza età che la prende per una strega. Dopo aver espresso al bastone tutta la sua indignazione, Sophie continuò ad arrampicarsi faticosamente su per le colline. Ma il sole era ormai tramontato, tirava un vento gelido, il cammino percorso era davvero breve, e lei non ce la faceva più. Era stanchissima, si gettò per terra e tirò un po' il fiato. Non sapeva dove trovare riparo. Improvvisamente, ecco comparire il Castello di Howl, che avanzava nella brughiera cigolando ed emettendo sbuffi di fumo nero.





"Appariva alto, enorme, terribile. Sophie si appoggiò al bastone, osservandolo. Non era particolarmente spaventata, anzi, si chiese come facesse a muoversi e soprattutto cominciò a farsi strada nella sua mente l'idea che tutto quel fumo volesse dire che all'interno, da qualche parte, doveva pur esserci un grande camino, un fuoco. 'Be', perché no? - disse sempre rivolta al bastone - Il Mago non vorrà certamente la mia anima per la sua collezione, visto che prende solo donne giovani' Allora sollevò il bastone, lo agitò all'indirizzo del castello e ordinò con un urlo imperioso:'Fermati!' Il Castello, ubbidiente, si fermò sbuffando sulla collina, circa a cinquanta piedi da Sophie, che si sentì pervadere da un senso di gratitudine mentre si avviava zoppicando alla volta delle nere mura" .

(continua)

Ancòra una volta mi domando perché il film, pur avendo (fortunatamente) conservato lo straordinario spirito di adattamento di Sophie, la quasi imperturbabilità rispetto alla propria trasformazione in un'arzilla novantenne (per la prima volta, la sua immagine è in armonia con il suo sentire), ne abbia omesso in toto le innate doti magiche. Che sia voluto è ovvio... ma perché? Tracce magiche la accompagnano in questi primi capitoli: la triplicazione fiabesca, ovvero i tre incontri canonici delle fiabe di avventura (la stessa Sophie ne è consapevole e commenta con ironia), i cespugli di biancospino (meglio tenersene lontani nella cultura dell'autrice del libro!), il bastone da passeggio ritrovato casualmente e che sostituisce i cappellini svolgendone la funzione riflettente (per ora) della forza magica di Sophie. Forse si è voluto creare un contrasto fra il mondo "normale" , anzi, normalizzato, di Sophie e quello magico di Howl ... ma si risolve in un impoverimento, in una banalizzazione del racconto. Per ora. 

Mab's Copyright

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