giovedì 30 maggio 2013

La Principessa-Ranocchia, di Afanas'ev

ei tempi remoti di un passato lontano c'era uno zar che aveva tre figli maschi, tutti e tre ormai cresciuti. Un giorno disse loro:" Figli miei, ora procuratevi una balestra e andate a tirare con essa: la donna che vi porterà indietro la freccia sarà vostra moglie, se nessuno ve lo porterà indietro, vuol dire che non dovrete sposarvi".


Spirin G.

Il figlio maggiore tirò con la sua balestra e la figlia di un principe gli riportò la sua freccia; poi tirò l'altro figlio e la figlia di un generale gli riportò la sua freccia; quando tirò il più giovane, Ivan zarevic, una rana uscita dallo stagno gli riportò fra i denti la sua freccia. Mentre i primi due furono allegri e contenti Ivan zarevic rimase pensieroso, poi si mise a piangere:" Come farò a vivere con una rana? Trascorrere la vita non è come attraversare un fiume o un campo!" Pianse a lungo, ma non ci fu niente da fare, dovette prendere in moglie la rana. Tutti e tre i figli si sposarono secondo il rito del luogo e la rana fu tenuta su un piatto.



Cominciarono a vivere insieme. Un giorno lo zar ebbe voglia di verificare la capacità di cucito delle nuore, di saggiarne l'abilità e diede loro un incarico. Ivan zarevic divenne di nuovo pensieroso e pianse:' Cosa potrà mai fare la mia rana? Tutti si metteranno a ridere!' La rana non faceva che strisciare sul pavimento e gracidare. Ma appena egli si addormentò, essa uscì per strada, si spogliò del suo rivestimento, divenne una splendida fanciulla e gridò:" Ehi, balie! Venite a farmi quello che mi occorre!". Le balie portarono immediatamente una camicia cucita nel modo più raffinato.
La fanciulla la prese, la piegò e la depose accanto a Ivan zarevic, poi si tramutò nella rana di prima, come se non fosse successo nulla. Ivan zarevic si svegliò, si rallegrò assai, prese la camicia e la portò allo zar. Lo zar la prese, la osservò:" Questa sì che è una camicia! La metterò nei giorni del Signore". Il secondo figlio arrivò con la sua camicia e lo zar disse:" Questa va bene per andare al bagno a vapore!". E al figlio maggiore, quando portò la sua camicia, disse:" Questa va bene per stare in una povera izba!" I figli dello zar si allontanarono; i due maggiori parlarono tra loro:" Abbiamo avuto torto a deridere la moglie di Ivan zarevic, non dev'essere una rana, ma una scaltra maga".










Dopo questo fatto lo zar ebbe l'idea di organizzare un ballo per vedere quale delle sue nuore danzasse meglio. Si riunirono tutti gli ospiti e le nuore, tranne Ivan zarevic che, in disparte, riflettè:' Dove posso andare io con la mia rana?'. E pianse a dirotto. La rana allora gli parlò:" Non piangere, Ivan zarevic! Vai al ballo, io arriverò tra un'ora".
Ivan zarevic si rianimò un po', quando sentì che la rana parlava, poi si allontanò. Essa si spogliò del suo rivestimento, ne assunse un altro, meraviglioso. Arrivò al ballo; Ivan zarevic ne fu felice e tutti applaudirono: era una vera bellezza! Iniziò il pranzo; la moglie di Ivan zarevic mangiò la carne e infilò gli ossicini in una manica, bevve un po' e versò il rimanente nell'altra manica.Le due nuore quando videro ciò che faceva cominciarono anch'esse a infilare le ossa in una manica e i fondi di bicchiere nell'altra. Arrivò il momento delle danze. Lo zar mandò a ballare le prime due nuore ed esse guardarono come faceva la terza. La rana trascinò con sè Ivan zarevic e si avviò a ballare; danzò, volteggiò ch'era una meraviglia. Agitò il braccio destro e comparvero boschi e fiumi, agitò quello sinistro e comparvero varie specie di uccelli. Tutti rimasero senza parole. Quando finì  di danzare ogni cosa scomparve. Poi andarono a ballare le altre nuore e volevano che si ripetessero le stesse meraviglie, ma quando la prima agitò il braccio destro ne uscirono solo ossa che si sparpagliarono sui presenti, dalla manica sinistra invece sprizzò acqua che andò a riversarsi sempre sui presenti. Lo zar scontento gridò:" Basta! Basta!". E le nuore smisero.
Il ballo finì. Ivan zarevic uscì prima degli altri, trovò in giro l'involucro della moglie, lo prese e gli diede fuoco.
Quando essa arrivò si lanciò verso il suo involucro: no! era già bruciato. Si coricò insieme a Ivan zarevic; prima dell'alba gli disse:" Sai, Ivan zarevic, sei stato troppo impaziente; potevo essere tua, ma ora Dio solo sa cosa succederà. Addio. Cercami di là dai monti e dai mari". Detto questo sparì.





























Passò un anno, Ivan zarevic sentiva nostalgia della moglie; l'anno seguente si preparò a partire, chiese il permesso al padre, la benedizione della madre e partì. Camminò a lungo, quando improvvisamente gli capitò di vedere un'izba girata all'incontrario, con la facciata rivolta verso il bosco e le disse: "Casetta, casettina, gira verso di me la tua faccina!". L'izba si girò. Egli entrò e vide una vecchia seduta che gli disse:" Ucci ucci, sento odor di cristianucci! Come mai sei venuto, Ivan zarevic?".
"Prima dammi da mangiare e da bere, nonnina, poi chiedimi quello che vuoi." La vecchia gli diede da mangiare e da bere e lo mise a dormire. Ivan zarevic le disse poi:"Nonnina, io sono venuto a cercare Elena la Bella." "Oh, figliolo, hai tardato troppo! Nei primi tempi parlava spesso di te, ma ora ti ha dimenticato e poi è tanto che non viene più qua. Ma prova ad andare avanti dall'altra mia sorella, lei ne sa di più."
Ivan zarevic partì di buon'ora, arrivò all'altra izba e le disse:"Casetta casettina, gira verso di me la tua faccina!".
L'izba si girò. egli entrò e vide una vecchia seduta che gli disse:"Ucci ucci, sento odor di cristianucci! Come mai sei venuto, Ivan zarevic?" "Ecco, nonnina, sono qui per trovare Elena la Bella." "Oh, Ivan zarevic, quanto hai tardato!" esclamò la vecchia. "Lei ti ha ormai dimenticato, sta per sposare un altro: presto ci saranno le nozze. Ora abita dall'altra mia sorella, la maggiore, raggiungila lì, ma stai bene attento: appena ti avvicinerai, verrai riconosciuto. Elena si trasformerà in un fuso e si rivestirà d'oro. Mia sorella si metterà a filare l'oro e appena avrà finito, riporrà il fuso in un cassetto, poi lo chiuderà a chiave; tu trova questa chiave, apri il cassetto, spezza il fuso, getta dietro la punta e tieni la base davanti a te. Vedrai che Elena ti apparirà di fronte."
Ivan zarevic uscì. raggiunse l'izba, entrò; la vecchia stava filando oro, lo avvolgeva intorno al fuso, poi lo ripose nel cassetto, chiuse a chiave e lo infilò da qualche parte.
Egli prese la chiave, aprì il cassetto, prese il fuso, lo spezzò come gli era stato indicato, gettò dietro la punta e tenne davanti a sè la base. D'improvviso gli apparve Elena la Bella che gli fece festa:" Oh, ma quanto tempo ci hai messo, Ivan zarevic!  Per poco non sposavo un altro". Anzi, il fidanzato stava per arrivare. Elena la Bella prese dalla vecchia il tappeto volante, si sedette sopra e insieme volarono via come uccelli. Il fidanzato arrivò, seppe che erano fuggiti e, furbo com'era, si lanciò al loro inseguimento. Volò. volò e stava quasi per raggiungerli quando essi, con il loro tappeto, arrivarono in Russia dove a lui non era consentito entrare; tornò indietro, mentre essi erano volati fino a casa, tutti li accolsero con gioia e lì vissero felici e contenti fino alla fine dei loro giorni.






















Afanas'ev (267)
raccolta tradotta da Eridano Bazzarelli, Emanuela Guercetti, Erica Klein.

Tipo: AaTh 402 [The Animal Bride]

I fotogrammi sono tratti dall'omonimo film di animazione sovietico del 1954.


Nessun commento: