lunedì 13 maggio 2013

L'Ancella e il Pappagallo, (China)



ella provincia dello Szechuan, presso una famiglia prestigiosa e potente, viveva un'umile servetta, una ragazza giovane e di grande bellezza.
I suoi bei modi, la sua intelligenza pronta e la sua avvenenza le conquistarono i favori del Signore della Casa, il quale aveva per lei ogni premura: le evitava i lavori faticosi e la teneva separata dal resto della servitù. Ora, accadde che questo nobile Signore ricevesse in dono un meraviglioso pappagallo che - si diceva - parlava con voce umana. Il Signore lo affidò alle cure della sua favorita, e lei, che non aveva altre incombenze e soffriva una grande solitudine, se ne occupò volentieri.
Un giorno, mentre era intenta a dargli da mangiare, il Pappagallo all'improvviso parlò e le disse: "Abbi buona cura di me, sorella mia, e ti guadagnerai un bel marito!" La giovane gli diede un colpetto scherzoso con il ventaglio, e, da quel giorno, giocarono insieme, si scambiarono confidenze e si fecero buona compagnia. Del resto, la fanciulla era sempre sola, ed il Pappagallo viveva rinchiuso in una gabbia, sia pure di oro.


Xue Mo

Un giorno, dopo aver pulito accuratamente il suo amico, la ragazza decise di farsi un bel bagno, dimenticando, però, di chiudere ermeticamente la gabbia.
Quindi, si abbandonò ai piaceri del bagno caldo... ma dovette rivestirsi in tutta fretta e precipitarsi nella sua camera: il Pappagallo era fuggito dalla gabbia e svolazzava per tutta la stanza.
Spaventata, la ragazza tentò di catturarlo, ma l'uccello sfondò con il capo la carta di riso della finestra e volò via.
La poveretta era disperata: temeva l'ira del suo Signore. Così mentì.



Dichiarò che non si era assicurata di aver ben chiuso la porta della sua camera prima di fare il bagno, ed il Signore, che ben conosceva la gelosia e l'ostilità che le altre donne nutrivano nei confronti della sua protetta, sospettò che una di loro si fosse introdotta nelle sue stanze e le avesse giocato un brutto tiro. Non la punì ed investigò per qualche giorno su questa storia. Ma non venne a capo di nulla e lasciò perdere.
Passò un po' di tempo. Un giorno, la Padrona mandò la ragazza da una certa signora Liang con un messaggio da parte sua. Mentre la giovane serva veniva intrattenuta nella grande sala dalla sua ospite, il figlio di costei, Liang Hsu, studiava accanto alla finestra della sua camera . Ad un tratto, un magnifico pappagallo variopinto si posò sul davanzale e gli rivolse la parola con voce umana:
" Mi sono affannato per trovare la donna ideale per te e tu non le dai neanche un'occhiata? "
Hsu, sbalordito, abbandonò la pila di libri, si alzò dallo scrittoio e seguì il Pappagallo fino alla sala, dove, non visto, contemplò la ragazza. Abbiamo già detto che, a dispetto delle sue umili origini e della sua attuale condizione, la fanciulla era semplice e delicata nei modi e nell'aspetto, e Hsu fu colpito dalla sua raffinatezza non meno che dalla sua notevole bellezza. Anche la servetta lo vide e i loro cuori e i loro desideri si conobbero e si compresero. Tornata a casa, la giovane rientrò nella sua camera dove l'attendeva un'altra piacevole emozione: il Pappagallo si lisciava le penne con il becco, appollaiato in cima alla gabbia vuota. La ragazza si slanciò verso di lui e fece per afferrarlo e rimetterlo nella gabbia, ma il Pappagallo sbattè le ali, sdegnato.
" Come !?! Sono qui tutto affannato per il gran da fare che mi son dato per trovarti un buon marito, e tu vuoi rimettermi in gabbia? "
E le raccontò ciò che aveva fatto.
Poi disse:" Non posso trasportarvi tutt'e due sulle spalle come l'eroico schiavo della leggenda, ma posso essere il vostro messaggero d'amore, se lo desideri."
La giovane arrossì per la confusione e il Pappagallo, dopo averla affettuosamente presa in giro, se ne volò via.
Quella notte, la ragazza non potè chiudere occhio e non era solo il repentino amore per Liang Hsu a turbarla. Presto, il suo Signore l'avrebbe presa come concubina e questo mutamento di condizione che sarebbe stato considerato una gran fortuna ed un onore insperato per qualsiasi ragazza del suo infimo rango sociale, per lei era un gran tormento e motivo di vergogna.
Così, il mattino dopo, quando il Pappagallo tornò a farle visita, tutta addolorata, gli disse: "Il Padrone è troppo preso da me; non mi cederà alla famiglia Liang per nulla al mondo. Quanto a Liang Hsu, lo attraggo come la fragranza di un fiore fresco, ma non prenderebbe mai in sposa una serva. Come vedi, non c'è speranza per me.Ti ringrazio, amico mio, ma non affannarti più per un sogno
irrealizzabile!".
Il Pappagallo ascoltò attentamente e se ne andò.
Non tornò prima di sera, così, senza che alcuno potesse scorgerlo, volò nell'oscurità fino alla camera della giovane.
" Ascolta - le disse - questo è il pensiero del tuo innamorato..." e le recitò i versi che Liang Hsu aveva composto per lei:


" Non importa se il tuo ventaglio è disadorno,
Il mio amore è per il tuo bel viso.
Potessimo salire sull'uccello nuziale
Ci libreremmo in aria, sposa e sposo. "


La fanciulla si sentì tutta confortata e confidò le sue speranze al Pappagallo.
Poi, il "messaggero d'amore" volò fino alla Casa della famiglia Liang e cercò la camera di Hsu. Il giovane, sbalordito come sempre dall'eccezionalità di quel messaggero, lo salutò e, subito, gli chiese notizie della fanciulla di cui era innamorato. E il Pappagallo gli riferì i sogni e le speranze della giovane e parlò della sincerità e della profondità del suo amore per lui.
Liang Hsu si commosse, poi gli chiese se la fanciulla del suo cuore fosse in grado di leggere. "Un po' " rispose il Pappagallo.
E il giovane sedette al suo scrittoio e profuse tutte le emozioni del suo animo in una lunga lettera che sigillò ed affidò al robusto becco del Pappagallo .
Ma, questa volta, il nobile uccello non ritornò.
Passarono i giorni.
Liang Hsu si struggeva di ansia e di amore. Cercò, inutilmente, di avere qualche notizia. Nulla.
Un giorno, sentì dire che la nobile Casa presso cui viveva la fanciulla era stata colpita da un lutto: una servetta era morta e l'avevano seppellita in tutta fretta. Colmo di angoscia, Liang Hsu riuscì a scoprire chi fosse la poveretta: era proprio la sua amata.
Ma non potè conoscere tutta la storia.
Non potè sapere che la giovane, vergognandosi poiché non era in grado di scrivere una lettera, aveva consegnato al Pappagallo, in risposta alle sue parole d'amore, uno dei suoi orecchini.
E non poteva sapere che la povera ragazza gli aveva affidato anche tutti i suoi risparmi perché li consegnasse ai suoi genitori: così il padre avrebbe potuto riscattare la sua libertà, e, magari, la famiglia Liang l'avrebbe accolta con minore scontento.
La giovane ancella, però, non si era resa ben conto dell'ostilità crescente che la circondava: le altre serve la odiavano e la temevano più che mai. La detestavano perché il Padrone era pazzo di lei e la favoriva fra tutte, la difendeva e la proteggeva. E perché lei, per salvarsi dopo la fuga del pappagallo, aveva gettato sospetti su di loro.
La temevano perché sapevano che, molto presto, sarebbe stata elevata al rango di concubina ed il suo potere ne sarebbe stato grandemente accresciuto.
Spesso, poi, la giovane si era sconsideratamente lamentata con le sue compagne, confidando loro che non desiderava affatto diventare la concubina del Padrone; inoltre, nel buio della notte, esse avevano udito un parlottìo nella sua stanza e si convinsero che ricevesse un amante in segreto.
Andarono a denunciarla al Padrone.
Questi, pazzo di rabbia e di gelosia, ordinò che la servetta venisse trascinata al suo cospetto e, quindi, la interrogò spietatamente. Ancor più s'infiammò di collera ascoltando la pazzesca storia del pappagallo e delle sue visite notturne. Deciso a farle confessare la verità, si accanì su di lei, facendola torturare a morte. Poi, benché nella poveretta vi fosse ancora il sospetto di un lievissimo soffio vitale, comandò che la ponessero in una bara e che la trasportassero in qualche luogo remoto per una frettolosa sepoltura, morta o moribonda che fosse.
Liang Hsu non era a conoscenza di questi orrori, e come avrebbe potuto? Il pensiero della sua amata perduta, però, non lo abbandonava mai: non aveva più lacrime, non toccava cibo, né conosceva riposo. A volte, per sfinimento, si addormentava seduto al suo scrittoio.
E così gli capitò di fare uno strano sogno.


Hui Tsung (Dinastia Sung)
                                                                         

Una bellissima donna, elegantemente abbigliata con ricche vesti ornate di piume, gli si faceva incontro dicendogli: "Ascolta, io sono il Pappagallo. Anche la tua amata era un pappagallo, ed era la mia sorella più giovane. Si era reincarnata in una fanciulla, ma non potevo tollerare che fosse costretta ad un'unione degradante, e mi sono preoccupata di cercare uno sposo degno di lei. Stavo quasi per riuscirci, ma, mentre volavo verso la sua casa natìa con il denaro del suo riscatto, un ragazzo crudele mi scagliò contro una grossa pietra e mi uccise. Adesso sono morta. Non posso più difendere mia sorella dalle calunnie con cui l'hanno infangata. Non posso tollerarlo. Eppure, in lei c'è ancora un alito di vita, ma nessuno al mondo può salvarla tranne te." A queste parole,  in sogno, Liang Hsu balzò in piedi, pieno di gioia, per correre dalla sua amata. La bella donna levò in alto l'indice:
"Cento passi fuori dalle mura ... la sepoltura della fanciulla non è troppo lontana..." Poi si gettò al suolo trasformandosi in una gru, e spiccò il volo verso il Cielo. Liang Hsu si svegliò di colpo. Fece sellare in gran fretta il suo cavallo e si allontanò da solo dalla città. "Cento Passi" aveva lo stesso suono del nome di un piccolo villaggio non tanto lontano. Trovò la sepoltura, ma non ebbe il coraggio di aprirla. Pagò un servo perché liberasse la bara dalla terra e ne levasse i sigilli.
Aperta la bara, la fanciulla tornò a vivere.
Allora, Liang Hsu, in grande affanno, bussò alla porta di un monastero buddista che sorgeva nelle vicinanze, e chiese aiuto. La Carità essendo uno dei cardini del Buddismo, le monache acconsentirono prontamente ad aiutarlo: trasportarono la ragazza nel luogo santo, e se ne presero cura poiché ella era ancora piagata dalle torture. Liang Hsu, affidata la fanciulla alla protezione delle religiose, corse a casa, per confessare ogni cosa a sua madre.
La signora Liang, che adorava il figlio e non desiderava altro che la sua felicità, rammentava bene la bellezza e la modestia della fanciulla; inoltre, la sua terribile, straordinaria storia la commosse profondamente .
Così, si recò nel monastero a prendere la piccola Ancella per condurla a casa come sua nuora. E vissero tutti felici e contenti.
Liang Hsu non dimenticò mai la generosità del Pappagallo, e, ogni volta che gli capitava di imbattersi in qualche ragazzetto che aveva catturato uno di questi straordinari uccelli, comprava il nobile prigioniero senza badare al prezzo e gli donava la libertà.

Liberamente tratta da una fiaba di Hao Ko Tzu


Mab

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